Matera città con oltre ottomila anni di Storia alle spalle non poteva non conservare nei suoi rocciosi meandri una delle identità culturali di cui si compone quel meraviglioso mosaico che è la storia del Sud Italia: parliamo degli Ebrei, la cui presenza nelle nostre contrade si perde nella notte dei tempi, senza dover aspettare la celebre cacciata dei Sefarditi dalla Spagna del 1492.
A Roma è infatti documentata una presenza ininterrotta di comunità ebraiche fin dai tempi precedenti la comparsa del Cristianesimo; l’origine degli ebrei ‘italiani’ può infatti fissarsi intorno al II secolo a.C., quando i primi israeliti approdarono sul nostro territorio grazie agli intensi scambi commerciali nel bacino del Mediterraneo.
Ebbene, circa 10 anni fa l’artista Donato Rizzi ha scoperto nel Rione Conche (via Madonna delle Grazie), nel Sasso Caveoso di Matera, una grotta che ha continuato a studiare fino ad oggi convincendosi che quello spazio rupestre nient’altro fosse che un’antichissima sinagoga. A supportarlo in questa sua convinzione l’artigiano Giacinto Chita, il quale ricorda come in passato questa grotta fosse stata utilizzata prima come cantina e poi come discarica di materiale edilizio. A quanto pare avevano ragione, dato che a confermarne la tesi sono due rabbini, Bruno Fiszon e Herschel Gluck, che di recente hanno visitato il luogo, accompagnati dal Sindaco Raffaello De Ruggieri.
Bruno Fiszon, Rabbino di Metz, è veterinario e consigliere scientifico del Rabbino capo di Francia, mentre Herschel Gluck è Ufficiale dell’Obe, l’Ordine dell’Impero Britannico, prestigiosa onorificenza di cui è stato insignito per il suo contributo al dialogo interreligioso che lo ha visto attivo come mediatore di Pace in diverse aree di conflitto come il Sudan e l’ex Jugoslavia.
Presenti in questi giorni a Matera per partecipare a “Pax Mater”, convegno interreligioso organizzato dalla fondazione “Città della Pace”, animata da Betty Williams, Premio Nobel per la pace 1976, i due rabbini ritengono che la grotta materana sia “la sinagoga più antica d’Europa, risalente a prima della nascita di Cristo”.
A supportare ulteriormente la tesi, anche alcuni studi secondo i quali fino al XVI secolo nell’area del Sasso Caveoso sorgeva un quartiere ebraico, risalente a molti secoli prima che gli Ebrei venissero espulsi dal Regno di Spagna per poi approdare in gran numero nei territori del Sud Italia.
Fiszon e Gluck ritengono che vi siano segni inequivocabili come l’altare per l’esposizione e la lettura della Torah (Tevà) e il bagno rituale (Mikveh). All’interno della grotta sono state inoltre ritrovate iscrizioni e simboli della religione ebraica. L’auspicio espresso dai due provvidenziali visitatori è che questo spazio rupestre possa al più presto essere recuperato per restituire alla comunità ebraica internazionale un luogo di grande valore sacrale: “E’ molto importante – hanno spiegato – che qui si compia un attento lavoro di restauro; crediamo infatti che se tutti gli Ebrei del mondo sapessero di questa scoperta verrebbero a Matera per visitare questo luogo così antico”.
“Matera si conferma scrigno di memorie di inestimabile valore – ha detto il sindaco Raffaello De Ruggieri -.Oggi arriva la certificazione che nei Sassi c’è la più antica Sinagoga d’Europa. La città racconta le vicende del mondo da oltre ottomila anni, questa volta sotto i segni di Israele”.
Fonte: www.famedisud.it, 17 set 2019