Durante le sue prime campagne militari Thutmosi III, il grande faraone guerriero, si era assicurato il vassallaggio del principe della città di Giaffa, sulla costa meridionale della Palestina. In seguito il principe si ribellò e il faraone mandò l’abile generale Djehuty a riconquistare la città fortificata.
Per evitare un lungo assedio Djehuty escogita uno stratagemma per far entrare di nascosto in città i suoi soldati. L’episodio anticipa di almeno 200 anni quello del cavallo di Troia.
Creduto a lungo solo il protagonista di un mito, la figura di Djehuty è emersa dalle nebbie attraverso diversi oggetti preziosi ritenuti parte del suo corredo provenienti da una tomba di cui si sono perse le tracce. Tra i titoli di Djehuty che questi oggetti contenevano vi era quello di “preposto ai paesi stranieri settentrionali”, ovvero di lunga mano del faraone nelle aree del Vicino Oriente incluse nell’Impero.
Egli visse in un periodo di grande fermento, caratterizzato dalla formazione di un esercito professionista, da nuove armi e da un nuovo modo di fare la guerra. Fu certamente un abile combattente al quale il sovrano donò molti preziosi oggetti in segno di apprezzamento.
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Autore: Marina Celegon – marina.celegon@libero.it