L’Odissea, opera immortale dello spirito greco, parto felice e fruttuoso di un cieco cantore, aedo di epiche note che ci toccano il cuore, ha anch’essa delle affinità con l’altra colonna poetica del tempio delle Muse, l’Iliade: se non altro perchè la vulgata vuole che siano frutto della medesima mente feconda, di quell’Omero dai contorni sfocati e dalle orbite vuote, pallide albe incastonate tra un naso camuso ed una barba riccua e folta con i rovelli dell’uomo, antico o moderno che sia.
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