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MARCIANISE (Ce): Non sarebbe un cippo ma una macina la “Pietra di Trentola”.

La “pietra” di Trentola, il masso calcareo posto nell’omonima località a sud di Marcianise al centro dell’incrocio tra la provinciale Loriano-Trentola e quella che conduce al Velodromo non sarebbe un cippo dell’antica centuriazione del territorio effettuata in epoca romana, ma un più volgare contrappeso della macina di un torchio, probabilmente un torchio utilizzato per il vino, reimpiegato nella tarda latinità o addirittura in epoca medievale quale termine di confine.

A sostenere la insolita tesi, che va contro una tradizione consolidata (è conosciuta l’attribuzione del noto archeologo M. Pagano quale termine della centuriazione), è Pasquale Fecondo, giovane archeologo di Marcianise, che la avanza nella sua tesi di laurea, conseguita a pieni voti presso la Seconda Università di Napoli, dedicata ad una minuziosa ricerca delle presenze archeologiche nell’area di Marcianise.

Egli la sostiene sulla base di evidenti somiglianze della pietra di Marcianise con una presente a Francolise, dove in recenti scavi è emersa una villa rustica romana al cui interno è stato individuato un masso identificato come un contrappeso per torchio molto simile a quello di Trentola.

Ad attirare l’attenzione dello studioso, le due scanalature laterali presenti nel masso di Marcianise e in quello di Francolise, anche se in quest’ultimo caso sono ben quattro, del tutto identiche nelle dimensioni tra le due pietre. Per Fecondo gli incassi servivano a sorreggere il masso stesso attraverso delle travi.

Dunque nulla a che fare con la “groma”, lo strumento usato dagli agrimensori romani per suddividere il territorio centuriato, che su quegli incavi si innestava, come invece ha sostenuto anche recentemente Pietro Zinzi. Questa relativa alla “pietra” di Trentola non è comunque l’unica novità dell’importante studio di Fecondo, che costituisce la prima sistematica ricognizione archeologica dell’intero territorio marcianisano.

In particolare Fecondo ha documentato le tracce di antichi insediamenti, prevalentemente nella forma di ville rustiche, che si infittiscono soprattutto in età tardo repubblicana ed imperiale, di un’area che comunque segue il destino del fiume che attraversava queste contrade, il Clanis, oggi Regi Lagni, elemento essenziale dell’antica topografia della zona.

Fonte: Archemail Newsletter 19/01/2006, da “Il Mattino”

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