Archivi

MARANO LAGUNARE (Ud). Dagli scavi riemerge una chiesetta del 1400.

marano lagunare

Dagli scavi per la riqualificazione di piazza Olivotto (antistante il municipio) vengono alla luce i resti della chiesa del 1400 dedicata a San Rocco, in particolare l’abside, provocando una levata di scudi per il mantenimento visibile dei ritrovamenti. La chiesetta, che era una delle cinque chiese di Marano Lagunare, ritenuta troppo piccola come luogo di culto, è stata demolita nel 1905.
Tra coloro che chiedono il mantenimento “aperto” del sito, la studiosa di storia e tradizioni locali, nonché saggista, Maria Teresa Corso, la pittrice Marina Corso e il biologo Aurelio Zentilin, che chiedono esplicitamente all’amministrazione comunale, «di non coprire le fondamenta della chiesetta di San Rocco, luogo venerato da secoli da maranesi e popolazioni limitrofe».
Come spiega il sindaco Mauro Popesso, nel primo pomeriggio di venerdì 8 novembre c’è stato un sopralluogo della Soprintendenza che ha esaminato i sondaggi stratigrafici effettuati su loro richiesta nella piazza che non hanno evidenziato altri ritrovamenti.
«Il più importante riguarda l’area di via Sinodo, esattamente l’area del Monumento ai caduti (costruito nel 1923 sopra i resti della chiesetta) per il quale ci hanno indicato di continuare gli scavi attorno al monumento con l’obiettivo di ritrovare la pianta dell’edificio e verificare se affiorano ulteriori resti: una volta completato il tutto si valuterà come muoversi. Ma per noi – sottolinea con impeto Popesso – il valore sentimentale, culturale e religioso del ritrovamento è troppo importante, per cui la nostra azione sarà rivolta alla valorizzazione dei resti di un sito tanto caro a tutti noi maranesi».
Ricordiamo che la chiesetta si trovava subito dopo la porta delle antiche mura che delimitavano la cittadina, abbattute nel 1890 dal sindaco Rinaldo Olivotto perché impedivano l’aerazione e facilitavano, con l’acqua stagnante, il ripetersi delle epidemie.
Maria Teresa Corso ricorda che la chiesetta, «demolita nel 1905, ha visto trasferiti i suoi arredi: due statue di San Rocco e San Sebastiano, la statua della Vergine, nella chiesa-santuario, intitolandola alla Beata Vergine della Salute. La statua della Vergine in trono proveniva dai saccheggi dei veneziani alla chiesetta del Maranutto, operati nel 1617 con le guerre di Gradisca – rimarca –. Si presume, leggendo i documenti, che la Madonna in trono sia la stessa e che nel trasportarla dal fortino del Maranutto alla fortezza di Marano in quel momento sia diventata Madonna dell’Albero, sostituendo di fatto il titolo alla chiesetta stessa che fino allora era dedicata a San Rocco, festeggiato il 1° agosto con solenni processioni. Ma il 21 novembre, com’è noto giorno dedicato alla Madonna della Salute a Venezia, venne copiato e preso come riferimento. Ancora oggi, il 21 novembre alcuni cacciatori salgono sulla torre per esplodere colpi di fucile, quale segno antico di devozione alla Vergine».

Autore: Francesca Artico

Fonte: messaggeroveneto.it 9 nov 2024

Segnala la tua notizia