Con il sostanzioso apporto dell’Università di Bergamo, i ruderi del Castello di Malenco continuano a regalare grandi, anzi, grandissime sorprese. Ci troviamo in provincia di Sondrio, perciò in alta Lombardia; a dominare il paesaggio circostante è la Valmalenco, praticamente sul confine italo-svizzero.
La rocca, o quel che resta di essa, sorge a 1098 metri sopra il livello del mare, in questo meraviglioso luogo caratteristico della Alpi centrali. Da anni studiosi, ricercatori e archeologici si interessano al castello per via del suo “potenziale” culturale e storico. Una scommessa vincente, lo rivelano le sensazionali scoperte degli ultimi tempi.
Le attenzioni degli addetti ai lavori si è giustamente concentrata sulla scala in pietra del castello, la quale, in linea teorica, sarebbe l’ultima modifica apportata all’edificio in ordine cronologico. I costruttori del XV secolo avrebbero realizzato l’imponente scalinata, andando a coprire però un terreno ricco di reperti archeologici di indubbio valore. Ed è per questo che ad oggi, per il fatto che il castello sia ridotto a rudere, ci sia la possibilità di indagare su tali testimonianze di un’epoca andata.
Possiamo vedere questo sottoscala come una sorta di ex discarica, un luogo di raccolta per oggetti destinati a mantenersi intatti nel tempo. E pensare che tra pentole, dadi e aghi, gli archeologi dell’Università di Bergamo hanno scoperto una moneta, contrassegnata Azzone Visconti, signore di Milano dal 1329 al 1339.
Comprendere la quotidianità che si svolgeva nei pressi del Castello di Malenco, nel territorio di Caspoggio, sarà da oggi più semplice. Tutto grazie ad una discarica secolare rinvenuta nel “sottoscala” di un castrum in rovina. Tutto molto bello.
Autore: Alessandro Mannucci
Fonte: www.storiachepassione.it 27 ago 2023