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LUCCA. Torna alla luce la Lucca romana.

È emersa la Lucca romana dalla cantina di un palazzo privato in piazza Santa Maria Bianca. Un tratto delle mura risalenti al 180 avanti Cristo, la parete esterna della porta orientale e la strada pubblica Cassia. Sono questi i ritrovamenti saltati fuori durante gli scavi.
I lavori riguardavano i vani interrati del palazzo di proprietà di Federica Ricci e di Luciano Fabbri, che hanno deciso di non utilizzare gli ambienti interrati come cantine, ma di valorizzare unicamente l’area archeologica con un intervento di ristrutturazione architettonica.
L’importanza della scoperta è di facile intuizione: delle quattro porte romane presenti in città si aveva, fino a questo momento, certezza di una sola, ricostruita totalmente in età medievale.
Da oggi non è più così: l’innesto della porta orientale, infatti, emerge in tutto il suo splendore, con le parti originali perfettamente visibili e una prima fortificazione medievale risalente al III secolo dopo Cristo.
Adiacente alla porta si trova un tratto delle mura romane, che correvano lungo via dell’Angelo Custode e via della Rosa, conservate per un’altezza di due metri e cinquanta. Ma non basta.
Lo scavo ha riportato alla luce anche la strada pubblica Cassia, risalente al I secolo avanti Cristo, nel punto d’ingresso alla città romana: un basolato a grandi lastre di calcare, perfettamente conservato per un’estensione di oltre quattro metri. Con il canale di scolo per l’acqua che ancora costeggia l’estremità della strada.
A lato del basolato, poi, emerge anche la via glareata (inghiaiata), che si estendeva lungo il perimetro delle mura, all’esterno della città romana.
Una scoperta quindi davvero sensazionale, anche per la qualità stessa del materiale alla base del ritrovamento. Che lascia ovviamente incantati studiosi ed esperti della Soprintendenza.
«Trovarsi di fronte alla porta di ingresso monumentale della città romana del 180 avanti Cristo – spiegano Giulio Ciampoltrini, soprintendente per i beni archeologici e Elisabetta Abela, archeologa incaricata di eseguire i lavori di scavo -, è davvero un’emozione indescrivibile».
Grande soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco, Mauro Favilla, e dall’assessore all’istruzione e ai musei, Donatella Buonriposi.
«Siamo ancora di fronte – dice Favilla – ad una delle sorprese che Lucca ci riserva di continuo. Un ringraziamento va quindi alla soprintendenza archeologica, al lavoro costante degli archeologi e ai proprietari del palazzo».
Durante lo scavo, inoltre, sono stati recuperati numerosi reperti di grande rilievo, come vasi di terracotta e di pietra ancora integri, lucerne e una fiasca di bronzo risalente al II-III secolo dopo Cristo.
Ma la sorpresa vera è arrivata durante gli ultimi giorni di scavo: ai piedi delle mura, in uno strato a matrice sabbiosa immerso nell’acqua di falda, sono stati scoperti un centinaio di oggetti di legno e cuoio, risalenti all’età augustea (fine del I secolo avanti Cristo) e giunti fino ai giorni nostri grazie all’umidità dell’ambiente.
Si tratta principalmente di utensili ed elementi fatti per la mobilia, che ci calano nella quotidianità di quel periodo: sportelli, pomelli, travicelli, gambi sagomati, cornici, un cucchiaio e un pettine, ancora con gli incastri inseriti e le borchie metalliche.
Questo lotto di reperti sarà subito sottoposto a consolidamento presso il centro di restauro della Soprintendenza dei beni archeologici della Toscana, per poi essere esposto nel futuro museo della città in preparazione a Palazzo Guinigi.

Gli scavi sono andati avanti nei mesi di ottobre e novembre.
Lo staff che ha lavorato sui ritrovamenti, guidato da Giulio Ciampoltrini della Soprintendenza per i beni archeologici, è composto da Elisabetta Abela, l’archeologa incaricata di eseguire i lavori di scavo, Sara Alberigi e Laura Guidi, due assistenti archeologhe.
L’intervento di ristrutturazione architettonica per valorizzare l’area archeologica è curato dagli archietetti Elvio Cecchini e Angela Chiantelli, che già nel 2004 avevano curato la ristrutturazione del lato interno della porta romana, scoperto in un palazzo affacciato su via Santa Croce.


Fonte: Il Tirreno 20/12/2008
Autore: Nadia Davini
Cronologia: Arch. Romana

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