Con questo libro Luca Nannipieri mette sotto accusa il sistema dei Beni Culturali oggi vigente in Italia, che attraverso Soprintendenze, Università e Consigli di ricerca, paralizza ogni intervento privato ed individuale su case, dimore e paesaggi, che non sia riconosciuto dallo Stato.
Il libro mette in discussione il ruolo dello Stato, delle Soprintendenze e delle Università, perché troppo bloccati e gerarchici, nella valorizzazione e nella conoscenza della bellezza del nostro patrimonio storico-artistico e del paesaggio in Italia.
Il saggio-pamphlet si confronta criticamente con una delle personalità della cultura più importanti in Italia: Salvatore Settis, direttore storico della Normale di Pisa, editorialista di Repubblica e Sole24ore, Presidente del Comitato scientifico del Museo del Louvre, esponente di quel mondo e che di quel sistema è stato ed è un esimio rappresentante.
L’esperienza e lo spessore culturale che figure come Settis hanno messo a disposizione nella gestione italiana del patrimonio artistico e culturale oggi non possono sfuggire al confronto che anche altri soggetti possono offrire in questo contesto in un’ottica meno statalista, meno ingessata, meno calata dall’alto.
Dichiara l’autore Luca Nannipieri:
“Salvatore Settis rappresenta una cultura del Novecento che ha dato una risposta ineccepibile sulla bellezza e sul patrimonio artistico e paesaggistico; ma questa risposta ineccepibile ha una vittima: la persona. Pensare che il patrimonio storico artistico, da Pompei all’ultimo borgo dell’Umbria, possa essere difeso anzitutto e soprattutto dallo Stato e dalle leggi è come convincersi e cercare di convincere che l’acqua va dalla foce alla sorgente. Non può essere: è l’evidenza che te lo nega. E sui beni culturali, l’evidenza mostra che Stato, Soprintendenze e Università non hanno difeso e valorizzato la bellezza dei nostri luoghi: al contrario, l’hanno spenta, l’hanno ingabbiata. In altri termini, così come sono, hanno fallito. Per questo Settis, nonostante sia considerato uno dei guru indiscussi degli ambienti intellettuali europei, rappresenta un modo tutto novecentesco di concepire i beni culturali e la bellezza dei nostri luoghi”.
“Fino a che le strutture di Soprintendenze, Comitati scientifici, Consulte universitarie, saranno chiuse in se stesse, nella loro scientifica competenza, fino a che vi saranno sui beni culturali soltanto convegni, congressi, giornate di studio e pubblicazioni, che sono fatti ad uso e consumo soltanto dei professori universitari e dei funzionari di Stato, senza che questi si aprano alle mille e mille realtà non riconosciute, eppure vivissime, sul territorio, assisteremo a quel che vediamo: superconvegni superblasonati e superspecialistici con quattro persone di pubblico, età media 65-70-75 anni, nessun giovane, nessun uomo in età produttiva, attrattiva zero verso il pubblico, e tutte le istituzioni dello Stato – dal Ministero al Comune – a offrire patrocini, spazi gratis, coffeé breack, pubblicazioni degli atti, brochure, sponsorizzazioni piccole o grandi, tramite le fondazioni bancarie affiliate. E’ un circolo vizioso, dove ciò che si perde non è solo una cospicua quantità di soldi pubblici, ma anche la possibilità di rendere effettivamente vive, potenti, palpitanti, le bellezze storico-artistiche del nostro paese e le comunità che vi stanno attorno”.
“E’ davvero strano che i Comuni e le Province – per non parlare della Regione e del Ministero – piangano sempre che non hanno risorse e poi, improvvisamente, quando si tratta di ospitare i molteplici e quotidiani convegni di studi sui beni culturali con gli alti funzionari di Stato e le autorità universitarie o istituzionali, improvvisamente vengono trovati soldi, sponsorizzazioni, alberghi per ospitare, tipografie che stampano supremamente bene i depliant e gli atti dei convegni, uffici stampa che lavorano a tambur battente. Risultato? Lo vediamo. La mia città Pisa soffoca di convegni e dibattiti sui beni culturali pagati dallo Stato, ma i turisti sono sempre meno e gli studenti appena laureati scappano via. Vorrà dire qualcosa? E chi di voi è rimasto più di due giorni nella mia città? Rispondetemi, poi chiamate il sindaco, il rettore e il soprintendente e chiedete loro spiegazioni.”
L’autore.
Luca Nannipieri (Pisa, 1979), già collaboratore del Corriere della Sera (edizione toscana) e Resto del Carlino, è direttore e fondatore del Centro Studi Umanistici dell’abbazia di San Savino presso l’omonima abbazia medioevale a Pisa, nella quale dirige anche un festival artistico, ospitando le maggiori personalità della cultura italiana, coinvolgendo le comunità del luogo e dedicandolo ogni anno ad un pensatore del Novecento. Il festival e i dibattiti culturali che dirige sono mirati a valorizzare monumenti e bellezze storico-artistiche italiani solitamente poco riconosciuti o in degrado.
In allegato, un’anteprima del testo e della copertina.
Info:
Ufficio stampa Centro Studi Umanistici dell’abbazia di San Savino
http://www.centrostudisansavino.it
Referente Francesca Briganti
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