La Stipe votiva di Pantanacci – Antica religiosita.
In Lazio la Guardia di Finanza ha individuato lo scavo clandestino di un antico luogo di culto delle acque non lontano dal grande santuario di Lanuvio dedicato a Giunone Salvatrice.
Il sequestro degli oggetti trafugati e lo scavo archeologico condotto dalla Soprintendenza del Lazio hanno portato alla catalogazione di un’incredibile quantità di ex voto anatomici lasciati dai pellegrini… per grazia ricevuta.
Estate 2012 in Lazio.
L’intervento del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza interrompe uno scavo clandestino in località Pantanacci (fra i comuni di Lanuvio e Genzano di Roma) e recupera una grande quantità di antico materiale votivo destinato al mercato antiquario internazionale. Data la situazione di emergenza legata ai ritrovamenti, unitamente all’indubbio interesse archeologico del sito, si avvia subito una prima campagna di scavo sotto la direzione scientifica di Luca Attenni, direttore del Museo Civico Lanuvino, di Fausto Zevi, ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana all’Università di Roma “La Sapienza” e, quale responsabile unico dell’intervento, di Giuseppina Ghini, funzionario della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio.
L’eccezionalità del sito di Pantanacci, in mezzo ai rigogliosi boschi dell’antico Ager Lanuvinus, non lontano dal celebre santuario di Giunone Sospita (cioè ‘la Salvatrice’, particolarmente venerata a Lanuvium), consiste in una stipe votiva all’interno di un antro naturale, in parte già modificato in antico e adattato alle necessità di culto. Nel costone roccioso si aprono diverse cavità una accanto all’altra, probabilmente comunicanti, dalle cui pareti di fondo tutt’oggi sgorgano acque sorgive. Acque certamente ritenute terapeutiche e salutari, che quindi favorirono lo sviluppo di un culto di divinità ad esse correlato.
[…] Articolo su 13 pagine.
Fonte: Archeologia Viva, Rivista: N. 159-2013 mese: Maggio-Giugno.