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LONDRA. Sotto i palazzi, la città romana.

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Negli ultimi anni, la capitale britannica ha offerto agli archeologi una delle più straordinarie opportunità di esplorazione del suo passato.
Durante la costruzione della sede centrale europea di Bloomberg, nel cuore della City di Londra, tra il 2012 e il 2014 sono stati rinvenuti oltre 14.000 reperti di epoca romana. Un archivio archeologico senza precedenti, che ha portato alla luce manufatti di un valore storico inestimabile. Ora, grazie a una donazione di 20 milioni di sterline da Bloomberg Philanthropies, questi reperti entreranno a far parte della collezione del London Museum, arricchendo il panorama della ricerca storica sulla Londra romana ed offrendo ai visitatori una finestra inaspettata sulla vita quotidiana di quasi duemila anni fa.
Le scoperte archeologiche di Londra sono spesso compromesse dai profondi interventi edilizi moderni e dai danni causati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Tuttavia, quando Bloomberg ha acquisito il sito di Bank Junction nel 2010, gli archeologi hanno avuto l’occasione rara di indagare un’area poco disturbata dalle ricostruzioni del dopoguerra. Il Walbrook, un antico fiume ora scomparso che attraversava la City, aveva scavato una valle nel terreno, che i Romani colmarono con strati successivi di detriti per consolidare il suolo. Questo processo di riempimento ha creato una stratigrafia unica, in cui i materiali organici si sono conservati straordinariamente bene grazie alle condizioni anaerobiche del sottosuolo.
Il risultato? Oltre 14.000 oggetti, 81.000 frammenti di ossa animali e 73.000 cocci di ceramica, un vero e proprio archivio materiale della Londra romana. Tra i reperti più sorprendenti, spiccano centinaia di scarpe di cuoio ancora in ottimo stato, strumenti di scrittura, gioielli, ceramiche e perfino una straordinaria collezione di tavolette di legno per la scrittura.
Uno degli aspetti più emozionanti della scoperta è senza dubbio il rinvenimento di 400 tavolette per scrivere, che rappresentano la più antica e consistente collezione mai trovata in Gran Bretagna.
Questi sottili pannelli in legno, originariamente coperti da uno strato di cera per la scrittura, hanno conservato le tracce dei solchi lasciati dallo stilo. Gli esperti sono riusciti a decifrarne circa 80, tra cui una tavoletta datata all’8 gennaio del 57 d.C., che riporta un documento finanziario, un’antica promessa di pagamento.
Una delle iscrizioni più straordinarie contiene il più antico riferimento scritto a Londra mai rinvenuto. Ciò dimostra che già a metà del I secolo d.C. Londinium non era solo una colonia di recente fondazione, ma un centro amministrativo e commerciale ben strutturato.
Altre tavolette offrono frammenti di vita quotidiana: contratti, ricevute, note personali e perfino un messaggio che fa riferimento ad un prestito mal gestito da un certo Tito, con un ammonimento a non trascurare il proprio aspetto. È un raro spaccato della vita sociale e degli affari dell’epoca, che restituisce voce agli abitanti di una città ancora in costruzione.
Oltre alle tavolette, il sito ha restituito un numero incredibile di manufatti che permettono di ricostruire la quotidianità degli abitanti della Londra romana.
Le numerose scarpe ritrovate – più di 700 – raccontano di un’epoca in cui la qualità della calzatura era un segno distintivo del ceto sociale. Si va da modelli eleganti e finemente decorati a robusti sandali chiodati, indossati probabilmente dai legionari.
La ceramica ritrovata copre un vasto spettro di forme e qualità: dai semplici contenitori domestici alle raffinate coppe in terra sigillata, provenienti dalle officine della Gallia. Alcuni vasi presentano decorazioni a rilievo con figure umane e motivi vegetali, tra cui il volto di una donna con una complessa acconciatura, forse una menade, seguace di Bacco. Anche la presenza di serpenti come simboli decorativi suggerisce un’influenza culturale derivata dalle province dell’Impero.
I resti ossei di animali offrono ulteriori dettagli sulla dieta e sull’economia alimentare della Londinium romana. Bovini, ovini e suini erano le principali fonti di carne, mentre il pollame, introdotto in Britannia durante l’età del ferro, divenne più comune solo nel III secolo d.C. La presenza di ossa spezzate fino all’esaurimento delle risorse suggerisce che i londinesi dell’epoca praticassero l’estrazione del midollo e del grasso per cucinare, in un’ottica di massimo sfruttamento delle risorse disponibili.
Uno degli aspetti più affascinanti dello scavo è stata la riscoperta del Tempio di Mitra, già rinvenuto nel 1954 durante la ricostruzione postbellica. Mitra, divinità di origine persiana, era venerato soprattutto dai militari e dai mercanti, ed il ritrovamento del suo tempio indica che Londinium ospitava una comunità cosmopolita e fortemente legata ai culti misterici orientali. L’atmosfera magica che avvolse la scoperta negli anni ’50 si è riproposta con la nuova indagine archeologica, rafforzando l’importanza del sito come luogo di culto e centro di aggregazione per la società romana locale.
Grazie alla generosa donazione di Bloomberg Philanthropies, il London Museum potrà integrare questa straordinaria collezione nel suo nuovo allestimento previsto per il 2026, nell’area di Smithfield, un tempo sede del mercato della carne. L’obiettivo è rendere accessibile al pubblico un patrimonio storico senza pari, offrendo non solo esposizioni statiche, ma anche esperienze interattive e percorsi didattici per approfondire la conoscenza della Londinium romana.
Questa scoperta non è solo un arricchimento per la ricerca accademica, ma una straordinaria occasione per il pubblico di immergersi nella storia e camminare tra i frammenti di un mondo antico che, grazie alla conservazione meticolosa dei reperti, sembra ancora incredibilmente vivo.
Ogni scarpa, ogni tavoletta e ogni coccio di ceramica raccontano una storia, quella di una Londra che, duemila anni fa, era già una città vibrante e piena di vita, non troppo diversa dalla metropoli che conosciamo oggi.

Fonte: stilearte.it 19 marzo 2025

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