A partire dagli anni ’90 in Europa e in Italia si è sviluppata una volontà di ripensamento e razionalizzazione dell’intervento pubblico in fatto di cultura, complici le esigenze di risanamento dei conti pubblici. Entra in crisi la concezione che individuava nell’attività culturale un valore in sé, in grado di autogiustificarsi, in quanto astrattamente necessario ad una non meglio precisata collettività e possibile oggetto di finanziamento a fondo perduto, indipendente da variabili quali la redditività e il raggiungimento di un effettivo bacino d’utenza. Di conseguenza, attualmente, si è verificata la convinzione che criteri manageriali debbano sovrintendere ad attività di carattere culturale.
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Laura TUSSI: Musei, ecomusei e didattica – sviluppo culturale, storico e territoriale.
Autore: Laura Tussi