L’etnoastronoma francese Chantal Jègues-Wolkiewiez ha affermato, durante la “Conferenza sull’Arte Rupestre” tenutasi a Milano il 10 settembre, che sulle pareti della grotta detta “Sala dei Tori”, è possibile riconoscere le stelle che formano le costellazioni del Capricorno, del Toro e dello Scorpione (nella foto). E’ però difficile pensare a una sorta di mappa del cielo, dal momento che i primi studi astronomici accertati risalgono a 5mila anni fa, mille anni dopo la realizzazione di questi capolavori su roccia. Lo studio è partito dall’orientamento della grotta e da una particolare caratteristica: durante il solstizio estivo i raggi del sole al tramonto entravano nella grotta illuminando le pitture della grande Sala dei Tori. In base a questo legame forse i dipinti erano collegati anche alla configurazione del cielo. Secondo la studiosa l'”Unicorno” rappresenterebbe il Capricorno, il grande toro dal petto maculato corrisponderebbe all’odierna costellazione dello Scorpione al centro della Via Lattea (rappresentata dai numerosi puntini sul petto del toro). Ovviamente è stato necessario cercare di ricostruire la carta del cielo magdaleniano, cioè una carta che mostrasse l’aspetto del cielo 17mila anni fa. La notizia è stata accolta con scetticismo da archeologi e curatori di questo patrimonio artistico: la notizia sarebbe senz’altro rivoluzionaria, ma occorrono numerose verifiche prima di appoggiare una simile ipotesi. Come facevano i magdaleniani, all’interno della grotta, a ricordare l’esatto orientamento delle stelle che volevano riprodurre?
Fonte: La Repubblica – Il Venerdì
Autore: Pedro Lima
Cronologia: Preistoria
LASCAUX – UNO ZODIACO DIPINTO SULLE PARETI?
Ti è piaciuto questo articolo?
Tanto0
Abbastanza0
Noioso0
Per niente0