Una grande tomba a fossa risalente al VII secolo a.C. di tre metri per cinque è l’ultima scoperta effettuata dall’equipe dell’archeologo della Soprintendenza abruzzese Vincenzo d’Ercole nella piana di Caporciano. Si tratta di una scoperta molto importante perché dal ricco corredo funebre si può ipotizzare che il defunto fosse un guerriero di rango.
La tomba, infatti, ci ha restituito due pugnali, cinque lance, una mazza ferrata come oggetti da guerra; sono stati puoi rinvenuti un grande “dolio” per il vino con una capienza di almeno un quintale, due brocche in bronzo provenienti dal sud dell’Etruria, alcuni spiedi per arrostire al carne, dei bastoncini con i resti di scarponi o ramponi per potersi spostare agevolmente sulla neve o sul ghiaccio.
«Si tratta di una scoperta – spiega Vincenzo D’Ercole – molto importante perché tombe di questa grandezza, fino ad ora, le abbiamo trovate solo nella necropoli di Campovalano e mai qui nell’area dei Vestini. Essa ci conferma però alcune teorie che avevamo ipotizzato dopo i primi ritrovamenti in questa area: intanto che questa era un’area molto popolata vista l’ampiezza della necropoli che stiamo studiando, abbiamo scoperto circa trecento tombe, poi che erano dei popoli guerrieri che combattevano anche per razzie di bestiame tra le varie etnie che popolavano quest’area, inoltre che erano abituati a vivere in condizioni climatiche d’alta montagna perché resti di scarponi o bastoncini da neve sono stati rinvenuti solo in Sassonia o in zone alpine».
«Si tratta di una scoperta – spiega Vincenzo D’Ercole – molto importante perché tombe di questa grandezza, fino ad ora, le abbiamo trovate solo nella necropoli di Campovalano e mai qui nell’area dei Vestini. Essa ci conferma però alcune teorie che avevamo ipotizzato dopo i primi ritrovamenti in questa area: intanto che questa era un’area molto popolata vista l’ampiezza della necropoli che stiamo studiando, abbiamo scoperto circa trecento tombe, poi che erano dei popoli guerrieri che combattevano anche per razzie di bestiame tra le varie etnie che popolavano quest’area, inoltre che erano abituati a vivere in condizioni climatiche d’alta montagna perché resti di scarponi o bastoncini da neve sono stati rinvenuti solo in Sassonia o in zone alpine».
Insomma popoli guerrieri che guidarono, con ogni probabilità secondo gli archeologi, la conquista della zona costiera dell’attuale Abruzzo avvenuta nel VI secolo a.C. che di fatto ha riunì tutta un’area vastissima che andava dall’attuale Fossa, la città di Aveja in epoca romana, fino a Penne. Popoli guidati alla conquista di altri territori proprio dai Principi guerrieri come nel sesto secolo era Nevio Pompuledio, ovvero il Guerriero di Capestrano.
Gli scavi archeologici in questa area hanno preso il via con i lavori di ampliamento della strada statale poi si sono fermati a seguito del sisma del 2009 e finalmente, come un preciso segnale di ritorno alla normalità, sono ripresi a fine giugno grazie ad un programma di restauro della Direzione Regionale per i beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo risalente al marzo 2009, che utilizza fondi dell’otto per mille, che prevede il restauro delle Chiese di Santa Maria in Centurelle, Santa Maria Assunta a Bominaco e Santa Maria di Civitaretenga, tutte nel comune di Caporciano. Lo scavo viene seguito da allievi restauratori archeologici della scuola di Venaria Reale a Torino che a settembre si alterneranno con studenti dell’Istituto Superiore del Restauro e i risultati di questa prima campagna saranno al centro di un incontro pubblico che l’archeologo Vincenzo D’Ercole terrà il 4 agosto prossimo presso il municipio di Caporciano.
Gli scavi archeologici in questa area hanno preso il via con i lavori di ampliamento della strada statale poi si sono fermati a seguito del sisma del 2009 e finalmente, come un preciso segnale di ritorno alla normalità, sono ripresi a fine giugno grazie ad un programma di restauro della Direzione Regionale per i beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo risalente al marzo 2009, che utilizza fondi dell’otto per mille, che prevede il restauro delle Chiese di Santa Maria in Centurelle, Santa Maria Assunta a Bominaco e Santa Maria di Civitaretenga, tutte nel comune di Caporciano. Lo scavo viene seguito da allievi restauratori archeologici della scuola di Venaria Reale a Torino che a settembre si alterneranno con studenti dell’Istituto Superiore del Restauro e i risultati di questa prima campagna saranno al centro di un incontro pubblico che l’archeologo Vincenzo D’Ercole terrà il 4 agosto prossimo presso il municipio di Caporciano.
Fonte: Il Capoluogo d’Abruzzo.it, 19 luglio 2011