L’antica citta’ romana di Amiternum (L’Aquila) continua a riservare scoperte straordinarie. L’ultima in ordine di tempo e’ davvero sensazionale ed e’ stata fatta nel corso di un intervento di archeologia preventiva, effettuato nell’ambito del progetto per la realizzazione di alcuni moduli che serviranno a migliorare la fruibilita’ del parco archeologico. Si tratta di resti monumentali di una grande vasca (natatio) rettangolare, il cui lato corto misura circa 12 metri mentre per il lato maggiore la lunghezza ipotizzata e’ di circa 30 metri. E’ stata edificata rispettando i criteri manualistici riferiti da Vitruvio e presenta ancora particolari costruttivi che denotano l’accuratezza dell’impianto che si puo’ datare all’epoca augustea attraverso il riferimento incrociato alla tecnica edilizia, ai reperti rinvenuti e alla stratigrafia riconosciuta in fase di scavo.
”Si tratta di una scoperta importante che merita grande attenzione – spiega Fabrizio Magani, direttore regionale per i Beni culturali e peasaggistici dell’Abruzzo – Un cantiere all’altezza della migliore tradizione archeologica, con cui senza esitazione si privilegiano conoscenza e conservazione. E il progetto e’ corale, perche’ si vuole migliorare il decoro dell’area e cosi’ la sua fruizione”.
”Questi rinvenimenti – riconosce l’archeologa Rosanna Tuteri – ci raccontano una fase straordinaria della citta’: l’espansione e la monumentalizzazione di questo comparto urbano in epoca augustea, posto alla base della collina che era stata gia’ terrazzata per la costruzione di edifici che avevano fatto spazio alla realizzazione del teatro. Sia come struttura pubblica (piscina di una palestra o posta nello spazio aperto nella zona servita dalla viabilita’ monumentale verso il teatro) sia come elemento di una residenza privata (da accertare), la grande vasca costituisce elemento di interesse eccezionale, importantissimo e inedito – aggiunge l’archeologa – Si svelano cosi’ man mano i momenti della nascita di Amiternum come grande citta’ romana e si rivela la trasformazione profonda del paesaggio in questo periodo, quando piu’ vicino al fiume si organizza e monumentalizza il foro, e quando sorgono, su edifici precedenti, le grandi domus (tra le piu’ grandi rinvenute in Italia) di proprieta’ dei potenti locali, ritratti da statue e ricordati da iscrizioni”.
La Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggisti dell’Abruzzo, di concerto con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, sta portando avanti un progetto che prevede la realizzazione di piccole strutture per l’esposizione dei reperti rinvenuti in questo sito e per migliorare l’accoglienza.
Fonte: http://www.asca.it , 5 ago 2013