Un ricco percorso espositivo di materiali archeologici (dalla preistoria alla tarda romanità) di provenienza regionale e privata.
L’ex convento di Santa Maria dei Raccomandati, nato nel XIV secolo ad opera delle benedettine-celestine e divenuto nel tempo prima sede del Comune dell’Aquila, poi Museo Civico e Accademia delle Belle Arti, sarà presto adibito a nuovo Museo Archeologico del territorio aquilano.
Un progetto ambizioso raggiunto dopo sette anni di restauri con una spesa complessiva, fino ad oggi sostenuta dal Comune, pari ad euro 5.600.000,00. La gestione dell’intero complesso, insieme al ristorante, il bar, lo spazio eventi, il book-shop e la grande biblioteca specialistica, sarà affidata ad una Fondazione per la cultura, che sarà affiancata, nelle sue funzioni, dal Consorzio dei Beni Culturali della Provincia aquilana. Alla Fondazione hanno dato già l’adesione di massima il Comune di L’Aquila, la Regione Abruzzo, alcune banche cittadine, il Touring Club e l’Istituto Nazionale di Geofisica. E’ stata, inoltre, confermata la partecipazione della Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo e quella Artistica che conferiranno i beni da musealizzare.
Ma a parlarci di questo progetto, degno dell’alta valenza culturale del territorio e della stessa città è Vladimiro Placidi, Direttore del Consorzio dei Beni Culturali. Qual’è la novità di questo nuovo Polo Museale? Il fatto che si tratta di una gestione partecipata del patrimonio storico-artistico tra Enti locali, privati, banche e Istituti periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Ministero stesso al quale abbiamo chiesto la possibilità di seguire e guidare gli eventuali partners della Fondazione. Il Ministro Urbani ha aderito con piacere alla nostra richiesta, inviando il Prof. Pietro Graziani a prestare la sua collaborazione.
La novità è proprio questo tipo di esperimento al contrario: non è più lo Stato a chiedere il supporto di Enti locali (territoriali o economici), ma l’inverso. Quale sarà il ruolo del Ministero in questo progetto?
Due ruoli separati e paralleli. Uno riguarda gli Istituti periferici (le Soprintendenze) che conferiranno i beni alla struttura museale. L’altro sarà ricoperto dallo stesso Ministero e riguarderà la stesura dello Statuto della Fondazione e i relativi Regolamenti. Il Ministero ha già svolto questo tipo di funzioni in altri musei come i Musei Civici di Brescia e quello di Pisa ed è, quindi, a conoscenza di quelle che sono le aspettative e le problematiche legate a questo tipo di settore. Il fatto di aver coinvolto direttamente il Ministero è per gli Enti locali, una sorta di valore aggiunto che accresce lo spessore normativo e culturale di tutta l’iniziativa.
Chi gestirà l’intero complesso? La Fondazione dal punto di vista economico e culturale, mentre al Consorzio dei Beni Culturali spetterà la gestione tecnico-amministrativa ed organizzativa della sezione archeologica e degli spazi destinati agli eventi.
Dopo la nascita del Polo Museale che fine farà il Museo Nazionale d’Abruzzo dislocato nel Castello cinquecentesco? Parte dei beni del Museo Nazionale confluiranno nel nuovo Museo, nel quale saranno esposti anche alcuni ritrovati archeologici provenienti da scavi recenti fatti in zona, ma il Museo Nazionale non rimarrà, per questo, sguarnito dei suoi beni. C’è un accordo tra le Soprintendenze artistiche e il Comune dell’Aquila che prevede un rinnovo generale anche del Castello cinquecentesco. Tant’è che sarà previsto un biglietto unico che consentirà l’ingresso nel Museo Nazionale dell’Aquila, in Santa Maria dei Raccomandati e nella Casa Museo Signorini Corsi di proprietà del Comune.
Cosa potremo ammirare nel nuovo Museo? Sarà composto principalmente da una copiosa raccolta lapidea ed epigrafica, ma non mancheranno sculture importanti. Tra i reperti di Amiternum, ospitati nel Museo, ci saranno, inoltre, degli originali letti di avorio provenienti dalla necropoli di Bazzano, suburbio della città.
Quanti visitatori sono previsti all’anno? Circa 60.000 nel nuovo museo, 10.000 negli altri musei Un bilancio decisamente positivo.
Cosa sperate per il futuro? Che questa rete museale, pur definita aquilana, possa valicare i confini cittadini per porsi come nucleo centrale nel panorama regionale e nazionale.
Fonte: CulturalWeb 15/07/03
Autore: Angelica Bianco
Cronologia: Arch. Italica