L’antenato dell’europeo era l’Homo Georgicus: un metro e 50 di altezza, testa allungata in avanti, ghigno scimmiesco, cranio grande la metà dell’Homo Sapiens, ma in compenso una mandibola e denti di rara potenza.
A Dmanissi, in Georgia, una gran quantità di fossili e’ stata ritrovata e studiata da un’equipe di scienziati francesi e georgiani. Si tratta di una novità che per i paleontologi ha il sapore di una rivoluzione e sarà illustrata in modo dettagliato nel prossimo numero della rivista francese ‘Palevol’.
Finora, le ossa di ominidi piu’ antiche mai ritrovate (in Spagna, ad Atapuerca, e in Italia, a Ceprano) erano di ”appena” 800.000 anni fa e furono assimilate a quelle della specie ”homo erectus”. Invece, l’Homo Georgicus ha la bell’età’ di 1,8 milioni di anni, 300.000 in più rispetto all’epoca in cui si immaginava che un ominide avesse calcato il suolo d’Europa. Ma addirittura prima di allora, l’antenato degli europei (ma anche degli asiatici, sottolineano i paleontologi), arrivo’ in Georgia dall’Africa, passando dall’attuale territorio di Israele e sulle rive meridionali dell’Europa. Lungo questo sentiero migratorio, infatti, sono state ritrovate tracce di utensili che l’Homo Georgicus si costruiva per sopravvivere e i resti degli animali che riusciva a cacciare. Gli scavi di Dmanissi, meno di 100 chilometri a sud della capitale Tbilisi, si sono rivelati una miniera d’oro per i ricercatori del laboratorio di preistoria del Museo nazionale di storia naturale di Parigi e dei loro colleghi georgiani, guidati rispettivamente da Henry de Lumley e David Lordkipanidze. Scavi e prelievi sono durati dal 1991 al 1999, poi i reperti sono stati catalogati e studiati a fondo, tanto da far arretrare di almeno 300.000 anni la data della comparsa dell’uomo in Europa. La chiave di volta si e’ rivelata proprio la mandibola, il punto forte dell’Homo Georgicus: una struttura ricca di 13 grossi denti, che hanno fatto assimilare l’ominide di Dmanissi all’ ‘homo habilis’, conosciuto finora soltanto in terra africana e mai emerso in Europa. Resta un grande vuoto, di circa un milione di anni, fra l”habilis’ di Georgia e l”erectus’ di Spagna e Italia: fra questi due fossili, non ci sono anelli di congiunzione, ne’ altro che consenta di ricostruire un milione di anni di evoluzione. I fossili georgiani giacevano sommersi da una sabbia grigia ricca di materie vulcaniche, dieci centimetri al di sopra di una colata di basalto: sono state queste ceneri a consentire la datazione delle ossa. Probabilmente, sotto quelle ceneri provocate da qualche evento catastrofico come un’eruzione vulcanica, l’Homo Georgicus scomparve per milioni di anni.
Qualcuno dei preziosissimi reperti sara’ esposto, eccezionalmente, nell’ambito della mostra ”I primi abitanti della Provenza-Alpi-Costa Azzurra”, a Marsiglia fino al 21 dicembre.
Fonte: ANSA
Cronologia: Preistoria
L’ANTENATO DELL’UOMO EUROPEO ERA UN GEORGIANO
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