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LAINO (Cs). Un’antica città scomparsa di 40 ettari riemerge dai campi della Calabria.

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Una città scomparsa, il cui centro occupa – secondo le prospezioni – un territorio di circa 40 ettari, è stata scoperta nell’entroterra calabrese. I materiali stanno a poche decine di centimetri dal piano di campagna e mostrano la ricchezza del centro, la sua elegante strutturazione. Le indagini hanno permesso di stabilire che essa venne realizzata a partire dal VI-V secolo a.C. e fu modificata in tempi successivi. Poi, all’improvviso l’insediamento si blocca e viene dimenticato. Cos’è accaduto in quel luogo? Un cataclisma o una guerra perduta che impedì che la città potesse essere oggetto di ricostruzione e potesse essere abitata?
C’è molto da scavare e da studiare prima di avere risposte definitive. E’ infatti in via di conclusione la seconda campagna di indagini archeologiche sul colle di Santa Gada di Laino Borgo, dove la città sorgeva.
L’indagine, frutto di una concessione ministeriale del Ministero della Cultura al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, sotto la direzione scientifica del Prof. Fabrizio Mollo – come riferiscono fonti dello stesso ateneo messinese – sta favorendo la riscoperta di un vasto abitato di epoca lucana, impostato in parte su di un insediamento di epoca arcaica (VI-V sec. a.C.), ancora da definire.
L’intervento, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza e la costante collaborazione dell’amministrazione comunale di Laino Borgo e dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, sta riportando alla luce un centro ‘urbano’ con un sistema viario ed in isolati regolari che occupano grande parte dei terrazzi collinari di Santa Gada, vasto plateau al centro della valle del Lao-Mercure e a ridosso del corso del fiume.
Quest’anno è stato completato lo scavo di un grande casa di IV-metà III sec. a.C., organizzato intorno a cortile e con una serie di vani che ruotano intorno ad essi, tra i quali un vano con una grande vasca centrale per la raccolta dell’acqua, con rivestimento e un complesso sistema di adduzione e smaltimento. La straordinaria conservazione delle strutture e dei manufatti, di grande pregio storico, suggeriscono di avviare un più organico progetto scientifico e di valorizzazione del sito, sicuramente il più importante insediamento abitativo di VI-III sec. a.C. presente nel bacino del Lao-Mercure”.
Secondo l’ipotesi preponderante ci si potrebbe trovare di fronte ai resti di Laos, l’antica città subcolonia di Sibari fondata dai Greci dopo che il sito costiero fu conquistato da Crotone nel 510 a. C..

Fonte: www.stilearte.it, 18 set 2021

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