Le Porte Palatine, splendido esempio di architettura militare romana perfettamente conservato a Torino, furono adibite ad usi diversi nel corso della loro storia. Videro il passaggio di Carlo Magno nel 773, di Re Lotario nel 947, di Federico Barbarossa. Furono anche – come è noto – utilizzate come carcere femminile, ma questo in tempi piuttosto recenti, finché i restauri del 1860 restituirono alle porte urbiche l’antico aspetto. Che fossero però un carcere anche nella antichità romana pare piuttosto strano! La leggenda vuole tuttavia che Ponzio Pilato vi venisse rinchiuso prigioniero. Nel Vangelo di Luca si legge che Pilato cadde in disgrazia perché promotore di numerosi stragi, l’ultima ai danni dei Samaritani, che si rivolsero a Vitellio che nel 36 d.C. lo inviò a Roma per essere giudicato dall’imperatore Tiberio. Pilato giunse nella capitale quando l’imperatore era già morto e secondo Eusebio di Cesarea si sarebbe suicidato. Un’altra versione sostiene che Pilato fu mandato in esilio in Francia e che sostò prigioniero a Torino. Nessuno storico ha mai ritenuto attendibile questa ipotesi. Solo il giornalista Viriglio all’inizio del Novecento vi prestò fede e scrisse che Pilato fu relegato nelle Torri Palatine. Questa leggenda potrebbe essere nata nel Cinquecento, quando la Sindone misteriosa custodita nel vicino Duomo può aver facilitato il nascere di numerose fantasie, ma è priva di alcun fondamento storico.
Fonte: La Stampa
Cronologia: Arch. Romana
La leggenda di Ponzio Pilato ad Augusta Taurinorum
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