L’analisi di tre nuovi fossili scoperti sulla riva orientale del lago Turkana, nel nord del Kenya, conferma che due milioni di anni fa circa c’erano almeno due specie del genere Homo a fare compagnia ai nostri diretti antenati Homo erectus. A darne notizia è un articolo pubblicato sull’ultimo numero di “Nature”.
Esattamente quarant’anni fa, sempre sulla riva est del lago, un team guidato da Richard e Meave Leakey aveva scoperto un enigmatico teschio fossile, conosciuto come KNM-ER 1470, caratterizzato da una cavità cranica in grado di ospitare un grande cervello e da una lunga faccia piatta.
La scoperta aveva rinfocolato il dibattito sulla possibilità che altre specie di Homo vivessero a stretto contatto con H. erectus, un’ipotesi emersa negli anni sessanta con il ritrovamento dei primi resti di H. abilis. Secondo alcuni scienziati, l’insolita morfologia di KNM-ER 1470, differente anche da quella di H. abilis, andava attribuita alle differenze sessuali e alle naturali variazioni presenti all’interno di una singola specie, mentre altri la riteneva la prova di una nuova specie, per cui era stato proposto anche un nome: Homo rudolfensis, dal vecchio nome coloniale del lago.
La diatriba è durata decenni perché i resti di KNM-ER 1470 non includono due elementi essenziali per una corretta classificazione: i denti e la mandibola; inoltre nonostante le intense ricerche, non era stato rinvenuto alcun altro cranio fossile dalle caratteristiche analoghe.
“Per 40 anni abbiamo setacciato a lungo e con fatica la vasta distesa di sedimenti intorno al lago Turkana alla ricerca di fossili che confermassero le caratteristiche uniche del volto di KNM-ER 1470 e ci mostrassero come dovevano essere i suoi denti e la mascella inferiore”, ha commentato Meave Leakey. “Finalmente abbiamo le risposte.”
“Insieme, i tre nuovi reperti offrono un quadro molto più chiaro di come appariva KNM-ER 1470”, dice Fred Spoor, responsabile delle analisi scientifiche condotte sui resti. “Come risultato, è ormai chiaro che due altre specie di Homo hanno vissuto fianco a fianco con H. erectus. I nuovi fossili saranno di grande aiuto per chiarire come il nostro ramo evolutivo sia emerso e fiorito quasi due milioni di anni fa.”
Datati tra 1,78 milioni e 1,95 milioni di anni fa, i tre nuovi fossili sono stati ritrovati a poco più di dieci chilometri di distanza dal sito di scoperta di KNM-ER 1470 e ne ricordano moltissimo i tratti. KNM-ER 62000, scoperto nel 2008, ha la masccella superiore molto ben conservata e con quasi tutti i molari ancora al loro posto, mentre la mandibola di KNM-ER 60000, trovata nel 2009, è la mascella inferiore più completa di uno dei primi Homo mai scoperta. Molto intreressante, secondo i ricercatori, è anche la parte di un’altra mandibola, KNM-ER 62003, trovata nel 2007.
Quanto al nome da attribuire alla nuova specie, i ricercatori sono cauti, e osservano che prima di utilizzare H. rudolfensis è opportuno condurre ulteriori studi che permettano di chiarire meglio i rapporti fra le specie dei diversi resti fossili trovati negli ultimi anni.
Fonte: www.lescienze.it, 09/08/2012
Esattamente quarant’anni fa, sempre sulla riva est del lago, un team guidato da Richard e Meave Leakey aveva scoperto un enigmatico teschio fossile, conosciuto come KNM-ER 1470, caratterizzato da una cavità cranica in grado di ospitare un grande cervello e da una lunga faccia piatta.
La scoperta aveva rinfocolato il dibattito sulla possibilità che altre specie di Homo vivessero a stretto contatto con H. erectus, un’ipotesi emersa negli anni sessanta con il ritrovamento dei primi resti di H. abilis. Secondo alcuni scienziati, l’insolita morfologia di KNM-ER 1470, differente anche da quella di H. abilis, andava attribuita alle differenze sessuali e alle naturali variazioni presenti all’interno di una singola specie, mentre altri la riteneva la prova di una nuova specie, per cui era stato proposto anche un nome: Homo rudolfensis, dal vecchio nome coloniale del lago.
La diatriba è durata decenni perché i resti di KNM-ER 1470 non includono due elementi essenziali per una corretta classificazione: i denti e la mandibola; inoltre nonostante le intense ricerche, non era stato rinvenuto alcun altro cranio fossile dalle caratteristiche analoghe.
“Per 40 anni abbiamo setacciato a lungo e con fatica la vasta distesa di sedimenti intorno al lago Turkana alla ricerca di fossili che confermassero le caratteristiche uniche del volto di KNM-ER 1470 e ci mostrassero come dovevano essere i suoi denti e la mascella inferiore”, ha commentato Meave Leakey. “Finalmente abbiamo le risposte.”
“Insieme, i tre nuovi reperti offrono un quadro molto più chiaro di come appariva KNM-ER 1470”, dice Fred Spoor, responsabile delle analisi scientifiche condotte sui resti. “Come risultato, è ormai chiaro che due altre specie di Homo hanno vissuto fianco a fianco con H. erectus. I nuovi fossili saranno di grande aiuto per chiarire come il nostro ramo evolutivo sia emerso e fiorito quasi due milioni di anni fa.”
Datati tra 1,78 milioni e 1,95 milioni di anni fa, i tre nuovi fossili sono stati ritrovati a poco più di dieci chilometri di distanza dal sito di scoperta di KNM-ER 1470 e ne ricordano moltissimo i tratti. KNM-ER 62000, scoperto nel 2008, ha la masccella superiore molto ben conservata e con quasi tutti i molari ancora al loro posto, mentre la mandibola di KNM-ER 60000, trovata nel 2009, è la mascella inferiore più completa di uno dei primi Homo mai scoperta. Molto intreressante, secondo i ricercatori, è anche la parte di un’altra mandibola, KNM-ER 62003, trovata nel 2007.
Quanto al nome da attribuire alla nuova specie, i ricercatori sono cauti, e osservano che prima di utilizzare H. rudolfensis è opportuno condurre ulteriori studi che permettano di chiarire meglio i rapporti fra le specie dei diversi resti fossili trovati negli ultimi anni.
Fonte: www.lescienze.it, 09/08/2012