Ancora una volta la Roma dell’impero d’Oriente si lascia scoprire per raccontarci un’altra parte della sua splendida storia. Il luogo è Istanbul, ma visto che parliamo del 410-450 dopo Cristo possiamo dire Costantinopoli, il punto preciso della città si chiama Yenikapi (un lembo di terreno lungo la costa del mare di Marmara e dentro le mura della città antica) e quello che è venuto alla luce è un’estesa area portuale del periodo di Teodosio II: 34 navi romane perfettamente conservate, in un’area di 60 ettari.
A Yenikapi si sta lavorando ad un avveniristico tunnel che, passando sotto il Bosforo, collegherà la costa asiatica a quella europea. Nel progetto è prevista anche una stazione d’interscambio della metropolitana, con una portata media di 75.000 persone all’ora nel tempo di punta. Opera prevista per il 2010, quando Istanbul sarà incoronata Capitale della cultura Europea.
«Questa scoperta – dice la professoressa Alessandra Ricci – è sicuramente la più importante degli ultimi anni, anche più del porto di Traiano ad Ostia e del ritrovamento delle navi nel lago di Nemi».
La Ricci, che insegna archeologia bizantina alla Koç University di Istanbul, sta lavorando ad un altro progetto – tutto italiano – sul versante asiatico della città: creare il primo parco archeologico di Istanbul nell’antico suburbio asiatico. Il parco ha come fulcro un ricco complesso monastico patriarcale, unico monumento databile al IX secolo sopravvissuto in tutta la città.
I numeri di Yenikapi sono enormi: 500 operai lavorano nell’area molto vasta (oltre agli specialisti) e le navi raccontano moltissimo delle tecniche di costruzione romana ma soprattutto delle loro evoluzioni in epoca bizantina. Ma come hanno fatto ad arrivare a noi quasi intatte?
«Secondo il professor Cemal Pulak, che si occupa di ricostruire l’evoluzione tecnologica delle navi che datano dal IX a tutto il XII secolo – risponde la Ricci – non sarebbe stato uno tsunami, ma una serie di fortissime mareggiate che avrebbero ricoperto di sabbia e altri materiali le navi e che col passare del tempo e della sedimentazione, sarebbero diventate una specie di protezione dagli agenti esterni».
All’interno delle navi, sono stati trovati moltissimi reperti che, come afferma Korhan Gümüs – direttore per l’urbanistica e l’architettura di Istanbul 2010 – , «accendono i riflettori su un capitolo di storia di cui in Turchia, anche per questioni politico-religiose, non si conosce molto».
L’inventario è molto ricco: «Cereali trovati all’interno di orci, ossi di prosciutto, vestiti e scarpe di cuoio, piatti dell’Egeo, lampade ad olio balcaniche e anfore del nord Africa. Olive e ciliege in contenitori di ceramica ritrovati all’interno della cucina del capitano di una delle navi e tutto questo ci racconta il traffico commerciale e la vita al tempo di Teodosio II». Ma ci vorranno anni per poter catalogare la mole di reperti ritrovati. Sia la Ricci che Gümüs sono concordi nel dire che «questa è una grande vittoria dell’archeologia, che per la prima volta ha costretto il governo a fermarsi e modificare i progetti del tunnel».
Cosa è successo?
«Per 4 anni il cantiere si è fermato per dare modo agli archeologi, in collaborazione con le autorità del museo archeologico, di portare alla luce tutto il possibile su questi 60 ettari che, essendo in una zona centrale di Istanbul, erano densamente edificati».
Un altro mondo, rispetto a quello che succede quasi quotidianamente nella Capitale d’Italia. Dopo l’eccezionale ritrovamento, gli esperti coltivano un altro sogno: «Che le autorità turche – conclude la Ricci – mettano a disposizione di tutti la zona di Yenikapi, allestendo un parco archeologico sul modello di quelli romani; un polmone di verde, cultura e memoria indispensabili per una megalopoli come Istanbul».
Decisione che spetterebbe all’ Ente per la conservazione delle aree e dei monumenti storici.
Fonte: Corriere della Sera 18/08/2009
Autore: Carmen Plotino
Cronologia: Arch. Romana