In Israele, gli archeologi hanno scavato i resti di un villaggio rurale di 2.300 anni. Le ricerche hanno rivelato stretti vicoli e alcune case, ognuna contenente diverse stanze, e un cortile. Tra le rovine sono stati trovati strumenti per la macinatura, giare per olio e vino, e dozzine di monete.
“Le camere di solito servivano sia per abitarci sia come magazzini, mentre le attività domestiche venivano effettuate nei cortili”, spiega Irina Zilberbod, direttrice degli scavi.
Il villaggio raggiunse il suo apice nel III secolo a.C., quando la Giudea era sottto il controllo della dinastia Seleucide. I residenti sembrano poi aver abbandonato la città alla fine della dinastia degli Asmonei, cioè all’arrivo dei Romani e del governo di Erode il Grande, nel 37 a.C.
“Il fenomeno dei villaggi e delle fattorie abbandonate, alla fine della dinastia degli Asmonei o all’inizio del successivo governo di Erode il Grande, è noto in molti siti rurali della Giudea”, dice l’archeologo Yuval Baruch. “E potrebbe essere correlato ai grandi progetti di costruzione di Erode a Gerusalemme, in particolare la costruzione del Tempio, e la migrazione di massa dei paesani verso la capitale per lavorare a questi progetti”.
La scoperta è stata fatta durante i lavori per un gasdotto che doveva passare attraverso il sito. Ora però il progetto cambierà, e il gasdotto passerà accanto. La cosa non è insolita in un paese come Israele: solo recentemente, la costruzione di alcuni edifici aveva svelato dei mosaici di chiese bizantine, e una nuova condotta di scarico avevano portato alla luce una strada romana tra Gerusalemme e Giaffa.
Fonte: http://www.ilfattostorico.com, 14 marzo 2014