Durante uno scavo a Gerusalemme, nei pressi del Monte degli Ulivi, gli archeologi hanno rinvenuto il manico di un vaso databile all’Età del ferro (nella zona mediterranea, l’Età del ferro inizia attorno all’anno 1200 a.C.).
La particolarità di questo reperto è la parola che vi appare incisa a caratteri ebraici, ossia “Menachem”. Gli archeologi pensano che possa essere un riferimento a Menachem Ben Gadi, il re che viene citato anche nella Bibbia:
Nell’anno trentanove di Azaria re di Giuda, Menachem figlio di Gadi divenne re d’Israele e regnò dieci anni in Samaria. Fece ciò che è male agli occhi del Signore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebat aveva fatto commettere a Israele.
Durante il suo regno Pul re d’Assiria invase il paese. Menachem diede a Pul mille talenti d’argento perché l’aiutasse a consolidare la regalità.
Menachem impose una tassa, per quel denaro, su Israele, sulle persone facoltose, sì da poterlo dare al re d’Assiria; da ognuno richiese cinquanta sicli. Così il re d’Assiria se ne andò e non rimase là nel paese.
Le altre gesta di Menachem e tutte le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. Menachem si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio Pekachia.
Fonte: Blogsfere 25/05/2009
Autore: Elena Lattes