Un seme che si risveglia dopo un sonno millenario e un popolo che segue con interesse spasmodico lo svilupparsi della pianticella: sembra una fiaba esotica, ed invece si tratta degli ultimi aggiornamenti giunti da un laboratorio di studi ambientali israeliano dove la palma della Giudea affettuosamente denominata ”Matusalemme” ha raggiunto in questi giorni l’altezza di 120 centimetri.
Le due ricercatrici responsabili del progetto, Sarah Sallon ed Elaine Solowey, pensano che forse si sia stabilito un record mondiale perche’ datazioni al radiocarbonio compiute in Svizzera su un piccolo campione del seme hanno stabilito che risale ad una epoca compresa fra il 35 a.C e il 65 d.C.
In passato scienziati cinesi era riusciti a far germinare semi di loto vecchi di 1300 anni.
In questo caso si andrebbe molto piu’ indietro, all’epoca della predicazione di Gesu’.
La collocazione di ”Matusalemme” nel primo secolo d.C. non ha invece stupito gli israeliani.
Il seme era stato scoperto in un magazzino del Livello 34 della fortezza di Massada: lo sperone a picco sul Mar Morto dove un migliaio di ebrei preferirono darsi la morte nel 73 d.C. piuttosto che arrendersi alle legioni romane che li stringevano d’assedio.
L’archeologo Igael Yadin, che negli anni Sessanta aveva guidato le spedizioni di ricerca a Massada, non aveva dedicato soverchia attenzione ai semi che hanno dunque riposato per altri 40 anni in una bacheca della Universita’ Bar Ilan di Tel Aviv. Solo tre anni fa si e’ tentata la audace germinazione, visto che nel clima terribilmente asciutto del mar Morto si erano conservati alla perfezione. E un seme, quello battezzato ”Matusalemme” appunto, e’ germogliato. Per gli ebrei dell’epoca la palma era un punto di riferimento obbligato.
«I giusti fioriranno come l’albero della palma», sostengono i Salmi. La zona compresa fra il Lago di Tiberiade, l’oasi di Gerico e il mar Morto era peraltro ricoperta da piantagioni di palme.
Lo stesso Plinio il Vecchio aveva la massima considerazione per i datteri della Giudea, che venivano usati anche per curare infezioni, come lassativo o anche come afrodisiaco.
Gli ebrei del tempo vi ricavavano anche il miele, per poi vantarsi di vivere in effetti «nella Terra del latte e del miele». Ma di quel particolare tipo di palma, andato distrutto nel Medio Evo, non resta oggi che questo piccolo germoglio.
Le palme che oggi crescono abbondanti in Israele sono state importate dagli Stati Uniti e dall’Iraq e sono geneticamente molto diverse dalla palma della Giudea che si sta sviluppando in laboratorio.
La domanda che torna di frequente nei giornali e’ se ”Matusalemme” sara’ adesso in grado di produrre datteri come quelli masticati dagli zeloti ebrei di Massada, i ”Sicari”, mentre scrutavano le legioni di Flavio Silva. Rimane un grande punto interrogativo.
Perche’ cio’ avvenga, infatti, occorrerebbe che la palma sia di sesso femminile e nessuno puo’ ancora dirlo con certezza. Dal laboratorio di studi ambientali pregano di pazientare ancora, perche’ la risposta non arrivera’ prima del 2012. Un lasso di tempo comunque insignificante.
”Matusalemme” e’ abituato a ben altre attese.
Fonte: La Stampa 15/06/2008
Autore: Aldo Baquis
ISRAELE. I datteri di Gesu’ da una palma di duemila anni fa. Ritrovato un seme. Tutta Israele aspetta il 2012 per i frutti.
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