Un nuovo studio, condotto dall’Università di Tel Aviv, ha stabilito che grazie a metodi di gestione avanzati ed un’impressionante creatività tecnologica, circa tremila anni fa, l’industria del rame della Valle dell’Arava prosperò a livelli mai visti, riuscendo a diventare il centro di fusione più grande e avanzato di tutto il mondo antico. Lo studio è stato condotto da David Luria dello Jacob M. Alkow studente del dipartimento di archeologia e studi antichi della Tel Aviv University. Lo studio è stato successivamente pubblicato sulla prestigiosa rivista Plos One.
Secondo lo studio, l’industria del rame a Canaan a quel tempo era concentrata in due grandi aree minerarie: una a Timna, oggi a nord di Eilat, e l’altra a Faynan, nell’Arava settentrionale, ovvero nell’attuale Giordania. Precedenti ricerche sull’argomento avevano confermato che l’alto livello di tecnologia impiegata nella zona fu resa possibile grazie alle tecnologie egiziane portate nella regione durante il viaggio del faraone egiziano Shishak nel 925 a.C. Questa teoria è stata rafforzata nel 2014, in seguito alla scoperta di un nuovo modello scientifico che confermava un improvviso salto tecnologico avvenuto probabilmente intorno al periodo del viaggio di Shishak.
Luria, d’altra parte, sostiene che il grande successo economico e tecnologico dell’industria del rame nell’Arava non era legato alle capacità egiziane, ma piuttosto al talento della popolazione locale, che imparò ad usare i due metodi che oggi conosciamo come “prove ed errori” e “aumento progressivo”. Luria spiega infatti che il metodo “per tentativi ed errori” ha permesso ai metalmeccanici di Arava di migliorare lentamente i processi tecnologici, nonché di aumentare il volume e la qualità della produzione.
“La spedizione di Shishak non aveva lo scopo di rilevare fisicamente le miniere di rame nell’Arava, ma piuttosto di formulare un accordo a lungo termine con la popolazione locale al fine di rafforzare la produzione e quindi aumentare le esportazioni di rame verso l’Egitto” ha spiegato Luria.
“Sembra che il segreto del successo dell’antica industria del rame nell’Arava risieda nelle capacità della popolazione locale. L’archeologia oggi non può identificare chi ci sia dietro a questi lavori, ma un’attenta analisi dei depositi lasciati nell’area può raccontarci una storia accurata – Spiega Luria – Questi reperti sono i residui della produzione di rame che si sono accumulati sotto forma di cumuli di rifiuti, le cui dimensioni consentono di valutare il volume della produzione in un dato momento. Inoltre, effettuando un’analisi chimica del contenuto di rame rimasto nei rifiuti, possiamo determinare la qualità della produzione”
Dallo studio si è inoltre rilevato che le tracce rinvenute in questi siti mostrano che durante tutto il periodo di produzione, il “team di gestione” fu in grado di chiudere miniere inefficienti e aprirne di più efficienti. In alcuni punti, si decise persino di riutilizzare i rifiuti di epoche precedenti, che venivano prodotti in processi meno efficienti in cui rimaneva molto rame, piuttosto che utilizzare il minerale puro. La popolazione di Arava si impegnò anche in un’ampia commercializzazione del rame in tutto il mondo antico.
“L’importante lezione da trarre da questo successo tecnologico è che queste persone istruite ed energiche, che hanno vissuto qui nel primo millennio a.C., sono riuscite, proprio come si fa oggi, a realizzare un’enorme rivoluzione dell’economia locale del tempo” Conclude Luria.
Autore: Michelle Zarfati
Fonte: www.shalom.it, 16 gen 2022