Zeer, una specie di frigorifero sumero di 5000 anni fa scoperto nel 2023 dagli archeologi dell’Università di Pisa.
Scoperta in Iraq un’antica taverna composta da panchine, forno e persino un “frigorifero” di 5.000 anni fa, denominato “zeer”, termine arabo che identifica la tecnica del “vaso nel vaso” per conservare bevande e alimenti.
I reperti, trovati a fine 2022 nell’ambito del “Lagash Archaeological Project” sono stati portati alla luce dagli archeologi dell’Università di Pisa insieme ai colleghi dell’Università della Pennsylvania.
“Sotto uno strato di soli 50 centimetri di terreno – spigano gli esperti – è emersa quella che doveva essere la vita quotidiana di una delle più importanti città-stato della Mesopotamia: Tell al-Hiba (l’antica Lagash)”. Abitata a partire dal quinto millennio a.C. e in gran parte abbandonata attorno al 2300 a.C., è stata uno dei più importanti snodi commerciali della regione, sede di un’intensa e variegata produzione artigianale.
“Il ritrovamento – spiega Sara Pizzimenti, professoressa associata di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico a Pisa e direttrice sul campo degli scavi – è in grado di gettare nuova luce sullo studio dell’alimentazione e della cucina dell’antica Mesopotamia, finora principalmente conosciuta e approfondita attraverso i testi, che tuttavia non coprono i periodi più antichi dei Sumeri. All’interno di quello che era un luogo pubblico per la produzione, distribuzione e consumo dei pasti, che doveva probabilmente avvenire all’interno del grande cortile con banchette, abbiamo ritrovato, infatti, un centinaio di ciotole contenenti resti di cibo, assieme ai dispositivi per la conservazione di bevande e alimenti”.
Tell al-Hiba, nel sud dell’Iraq, era una delle città-stato più antiche e più grandi della Mesopotamia meridionale. Investigata per la prima volta grazie a cinque campagne di scavo (1968-1976) di un progetto congiunto del Metropolitan Museum of Art e dell’Institute of Fine Arts di New York. Poi sono seguite altre due campagne, nel 1984 (UCLA) e nel 1990 (UPENN), quest’ultima interrotta dallo scoppio della prima guerra del Golfo.
Le ricerche sono ripartite solo nella primavera del 2019 con il Lagash Archaeological Project, progetto congiunto tra l’Università della Pennsylvania e quella di Cambridge, seguito da una seconda campagna nel novembre 2021 e poi da una terza campagna, iniziata a marzo 2022, in cui è entrata l’Università di Pisa.
Fino al Lagash Archaeological Project gli scavi si erano sempre concentrati sull’architettura religiosa e sulla comprensione delle classi alte. Con il nuovo progetto, invece, l’attenzione degli archeologi si è concentrata sulle aree più popolari della città, così da poter conoscere meglio quale fosse la vita nell’antica città mesopotamica.
Fonte: Amici della Scienza, 23 giu 2024