Approda su internet la banca dati sulle opere d’arte rubate in Iraq. I carabinieri del Comando Tutela patrimonio artistico hanno realizzato un approfondito catalogo, corredato di schede esplicative, dei beni archeologici e artistici trafugati in Iraq. Le foto e le descrizioni degli oggetti sono ospitate in un’apposita sezione del sito ufficiale dell’Arma www.carabinieri.it.
Iscrizioni cuneiformi, sigilli, statue, vasi, ciotole, anfore, crateri, bassorilievi, piatti, pendagli ed armi antiche, in tutto 277 beni di interesse archeologico, sono elencati e descritti. Altre pagine web sono dedicate piu’ in generale alle opere di particolare rilevanza rubate, agli oggetti smarriti o sottratti e agli oggetti rinvenuti e sequestrati. Il primo nucleo di carabinieri specialisti della tutela del patrimonio artistico e culturale risale al 1969.
Negli anni ’60 l’allora Ministero della Pubblica Istruzione, preoccupato del dilagante fenomeno dei furti di opere d’arte, con conseguente depauperamento del patrimonio nazionale, propose al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri l’istituzione di un apposito gruppo di militari che si occupassero della tutela del patrimonio paleontologico, archeologico, artistico e storico nazionale.
Il 3 maggio 1969 venne istituito il ”Comando Carabinieri Ministero Pubblica Istruzione – Nucleo Tutela Patrimonio Artistico”.
L’anno successivo l’Unesco, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, nella riunione tenutasi a Parigi il 12 novembre 1970, raccomando’ agli stati membri di istituire uno o più servizi di tutela. L’Italia, avendo anticipato tale raccomandazione, fu quindi il primo Paese al mondo a disporre dello specifico strumento.
Il 13 settembre 1971 il Comando veniva elevato a Comando di Corpo con alle dipendenze il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico ed il 5 marzo 1973 veniva inserito nell’Ispettorato Scuole ed Unità Speciali dell’Arma dei Carabinieri.
Il 10 febbraio 1975 transitava alle dipendenze funzionali dell’istituito Ministero per i Beni Culturali e ambientali. Nel 1980 veniva istituita la Banca Dati delle opere d’arte da ricercare. Il 5 marzo 1992 con apposito Decreto del Ministro per i Beni Culturali, veniva definita la specifica collocazione funzionale del Comando nell’ambito del dicastero.
Il 12 agosto 2001 il Comando assume la denominazione ”Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale”. Il Comando per la tutela del patrimonio culturale dipende dal Comando Carabinieri Unità Mobili e Specializzate. Il reparto agisce sul territorio nazionale d’intesa con tutte le componenti dell’Arma dei Carabinieri, con le altre Forze dell’Ordine ed in sinergia con le Sovrintendenze. Opera in campo internazionale tramite Interpol. Per i meriti acquisiti dal Comando nel campo dei Beni Culturali sono state conferite alla Bandiera dell’Arma tre medaglie d’oro.
L’attivita’ operativa 2003 ha portato all’arresto di 54 persone e alla denuncia di altri 807 soggetti. Lo scorso anno il Comando tutela patrimonio culturale dell’Arma ha recuperato 15.936 opere d’arte ed ha sequestrato 1.626 falsi e 10.586 reperti provenienti da scavi archeologici clandestini.
”Dopo gli anni ’60, contestualmente al fenomeno di una sempre più diffusa mercificazione dell’arte, per soddisfare la pressante domanda di mercato dei ”nuovi ricchi”, si è percepito un aumento esponenziale del fenomeno delittuoso concernente la falsificazione delle opere d’arte ed in particolare delle grafiche di Autori contemporanei. Occorre quindi -avvertono i carabinieri del Comando tutela patrimonio artistico- prestare particolare attenzione quando si decide di acquistare beni culturali”.
In particolare, ”rivolgetevi soltanto a commercianti autorizzati e muniti di apposita licenza rilasciata dalle Autorità competenti; una volta scelta l’opera, consultate possibilmente gli archivi dell’Autore per verificare la corrispondenza con le quotazioni di massima del mercato.
Richiedete eventualmente – proseguono i carabinieri – l’assistenza di esperti che ne garantiscano l’autenticità; pretendete il rilascio dall’antiquario (ai sensi dell’art. art. 64 del D.Lgs. 137/2002 – ”Nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”), della copia fotografica dell’opera o dell’oggetto con retroscritta dichiarazione di autenticità ed eventuale precedente provenienza recante la sua firma”.
I carabinieri consigliano di ”effettuare il pagamento servendovi possibilmente dei servizi bancari (come bonifico o assegno circolare non trasferibile) e non a mezzo di denaro contante, per conservare documentazione della transazione effettuata”. Se sono poste in vendita più grafiche identiche (litografie, serigrafie, etc.), controllate che le firme apposte (spesso a matita) dall’autore non siano tutte esattamente uguali. Ogni firma si deve infatti distinguere dall’altra per piccoli particolari, che denotano l’apposizione autografa di essa”.
In caso di furto, ”procuratevi riproduzioni fotografiche di quanto asportato consultando anche gli album di famiglia, ove potrebbe essere stato fotografato, anche se non in primo piano, l’oggetto rubato. Recatevi presso la Stazione dei Carabinieri più vicina o presso l’Ufficio di altra forza di Polizia per denunciare l’accaduto”. La documentazione fornita ”verrà subito informatizzata nella Banca Dati in modo da favorire la costante comparazione con quanto giornalmente è oggetto di controllo”.
Fonte: CulturalWeb
Autore: Maurizio Pizzuto