Un team internazionale condotto dai ricercatori del Dipartimento di Evoluzione umana – Max Planck Institute per l’Antropologia Evoluzionistica a Lipsia, Germania, e dell’Università di Washington di St.Louis, ha estratto e sequenziato una proteina da un esemplare di Uomo di Neanderthal, proveniente dalla Grotta di Shanidar, Iraq, datandolo approssimativamente a 75,000 anni or sono. Si tratta della più antica proteina di fossile di umano mai sequenziata.
“Questa ricerca apre la possibilità di ottenere informazioni dettagliate sulle proteine delle antiche popolazioni umane, ed inferire elementi sull’evoluzione della dieta e fisiologia umana” ha dichiarato Erik Trinkaus, Ph.D., Professore di Antropologia all’Università di St.Louis di Washington.
Trinkaus è considerato da molti lo studioso più influente sulla biologia ed evoluzione dei Neanderthal. Ha condotto estensive ricerche sul campo alla Grotta di Shanidar ed è uno degli autori dell’articolo.
E’ raro ottenere una proteina da un’età tanto remota ed è rilevante essere stati in grado di determinare la sequenza di aminoacidi ad essa riferita. Le sequenze proteiche possono essere usate in modo simile al DNA, per ottenere informazioni sulle relazioni genetiche tra le specie estinte e viventi. Dal momento che il DNA sopravvive raramente, questo nuovo metodo apre la possibilità di determinare relazioni in fossili molto più antichi, che non contengono più tracce di DNA.
La ricerca presenta la sequenza per la proteina ossea chiamata osteocitina da un Neanderthal dalla Grotta di Shanidar, come anche le sequenze di osteocalcina dai primati viventi (umani, scimpanzé, gorilla e orangutan). Il gruppo ha scoperto che la sequenza di Neanderthal era la stessa dei moderni umani. Il team ha anche trovato una marcata differenza nelle sequenze di Neanderthal, umani, scimpanzé e orangutan, da quelle dei gorilla e della maggior parte degli altri mammiferi. Questa differenza si trova in posizione nove, dove l’aminoacido idrossiprolina è sostituito dalla prolina. Gli autori suggeriscono si tratti di una risposta dietetica, poiché la formazione di idrossiprolina richiede vitamina C, che è ampiamente presente nella dieta di erbivori come gorilla, ma che può essere assente dalle diete di primati onnivori come gli umani ed i Neanderthal, orangutan e scimpanzé. Pertanto, l’abilità di formare proteine anche in assenza di vitamina C potrebbe essere stata un vantaggio per questi primati, se tali nutrienti fossero mancati regolarmente dalla loro dieta.
Questa ricerca apre l’eccitante possibilità di estrarre e sequenziare le proteine da altri fossili, inclusi i primi umani, il che significa determinare le relazioni tra le specie estinte e viventi, e comprendere meglio le relazioni filogenetiche.
Fonte: Newsletter Archeologica – newsarcheo@yahoo.it http://www.wustl.edu/ – 08/03/05
Autore: Eleonora Carta
Cronologia: Preistoria