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IRAN. Scoperta la protesi oculare più antica del mondo.

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Sebbene le protesi possano sembrare uno sviluppo medico più recente, in realtà hanno una delle origini più antiche nella storia della medicina. L’occhio protesico più antico del mondo è stato scoperto in Iran. Gli archeologi hanno stabilito che questo occhio risale al 2900-2800 a.C. circa ed è stato trovato ancora incorporato nell’orbita del cranio di una donna. La scoperta di questo occhio rivela l’antica storia delle protesi inclusi occhi, gambe e braccia.
Shahr-e Sukhteh è il sito archeologico di un antico insediamento urbano dell’età del bronzo nell’attuale Iran sudorientale. Questo sito è chiamato ”la città bruciata” perché la maggior parte della città era stata bruciata da molteplici incendi a partire dal 3200 a.C. circa. A causa dell’età dei reperti scoperti nel sito, gli archeologi ritengono che la città sia stata abbandonata intorno al 2350 a.C., anche se non è chiaro se un incendio sia stata la ragione ultima dell’improvviso abbandono della città.
L’occhio è stato trovato nei resti di una donna e le prove fisiche dell’occhio confermano che sarebbe stato indossato in vita piuttosto di quella inserita dopo la sua morte. Hanno stimato che la donna avesse tra i 25 ei 30 anni al momento della sua morte.
Gli archeologi che hanno scoperto l’occhio falso affermano che l’occhio protesico era costituito da una miscela di catrame naturale e grasso animale, che probabilmente lo manteneva umido e durevole durante il suo utilizzo 4.800 anni fa. L’occhio aveva singoli capillari disegnati con filo d’oro spesso meno di mezzo millimetro. Una pupilla circolare è stata scolpita nella parte anteriore con linee parallele disegnate attorno per formare un’iride a forma di diamante. Sono stati trovati due fori con filo d’oro su entrambi i lati del bulbo oculare artificiale, che illustravano come l’occhio sarebbe rimasto all’interno della sua presa. Questo morbido filo d’oro avrebbe reso l’inserimento delicato pur fornendo il supporto necessario per evitare che l’occhio cadesse. Avrebbero anche aiutato a far muovere delicatamente l’occhio nella sua presa. Coloro che hanno studiato l’occhio hanno dedotto che fosse stato indossato mentre la donna era ancora in vita a causa del tessuto palpebrale conservato che era stato attaccato all’occhio. Hanno anche trovato prove da questo tessuto e dal tessuto circostante sul cranio della donna che potrebbe aver sviluppato un ascesso sulla palpebra a causa del suo sfregamento contro l’occhio artificiale mentre sbatteva le palpebre.

Autore: Lucia Petrone

Fonte: www.scienzenotizie.it, 5 nov 2022

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