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INTELLIGENZA ARTIFICIALE: trasformerà le visite ai Musei.

Vivere la magia di entrare in un quadro antico, superando i limiti della superficie a due dimensioni e immergersi nelle caratteristiche di un particolare, osservandolo come mai si sarebbe potuto fare. Oppure ottenere informazioni personalizzate e specifiche, perdendosi tra i meandri di un castello medievale ricostruito in 3D.
Oggi è possibile, grazie alla tecnologia virtuale e ai numerosi progetti in cui la ricerca – anche italiana – si sta impegnando.
Secondo l’Unesco, l’Italia possiede più della metà del patrimonio culturale del mondo. Una ricchezza immensa e allo stesso tempo fragile, che deve essere valorizzata, resa disponibile al grande pubblico e contemporaneamente preservata per le generazioni future. La sfida è ai limiti dell’impossibile, ma è stata raccolta dal Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trento (ITC-irst), con diversi approcci scientifici.
La «cattura» e la riproduzione della forma tridimensionale delle opere d’arte rappresenta una preziosa opportunità per i ricercatori, perché richiede un grado molto elevato di realismo e di qualità. La riproduzione della forma di un oggetto, infatti, è tradotta in una descrizione numerica: è il modello 3D, che può essere utilizzato per visualizzare l’immagine dell’oggetto da diversi punti di vista e in diverse condizioni di luce.
Il team dell’ITC-irst – in collaborazione con il National Research Council del Canada (NRC) – lavora al progetto 3D-ARCH, finalizzato allo sviluppo di nuove tecniche per la digitalizzazione del patrimonio culturale.
L’obiettivo è mettere a punto nuovi hardware e software: prima di tutto piattaforme hardware capaci di catturare la forma di un oggetto di qualsiasi dimensione e poi software in grado di processare i dati raccolti, produrre un modello tridimensionale completo e creare ambienti interattivi virtuali in cui i modelli 3D sono utilizzati per la spettacolare ricostruzione di intere scenografie.
I due gruppi possiedono già un brevetto su un sensore per sistemi di visione 3D di nuova generazione. Riguardo alle soluzioni hardware, il lavoro si basa su sistemi di scansione laser, in particolare su una famiglia di sensori CMOS per visione tridimensionale capaci di superare gli svantaggi di una ridotta profondità di campo e bassa velocità di acquisizione degli attuali sistemi laser. La ricerca sui software, invece, prevede da una parte lo studio di tecniche di modellazione a partire da foto digitali ad alta risoluzione – in combinazione con le analoghe tecniche laser permettono di realizzare modelli tridimensionali di strutture complesse – e dall’altra l’ottimizzazione dell’ambiente virtuale: è il «teatro virtuale», sviluppato per la visualizzazione interattiva dei modelli in termini di interfaccia con l’utente, insieme con sistemi di navigazione intuitivi.
Il banco di prova è la ricostruzione di un’architettura complessa, con dettagli strutturali non regolari, come quella di un castello medievale del Trentino. I castelli sono tradizionalmente un ottimo banco di prova: richiedono tecniche multiple, che vanno dalla fotogrammetria a corto raggio fino ai sistemi basati sulla triangolazione.
E già ora, e fino al 29 ottobre, nella mostra che il Castello del Buonconsiglio di Trento propone su Girolamo Romanino (1485-1560), i visitatori potranno vedere il video prodotto dalla divisione Microsistemi dell’ITC-irst, con una ricostruzione della famosa «Loggia» che il pittore ha affrescato nel castello.
Altre metodiche sono state testate in pubblico durante la dimostrazione conclusiva del progetto PEACH (Personal Experience with Active Cultural Heritage): una testa di Augusto, emersa da Ercolano, è stata scansionata direttamente sul posto e, grazie a una serie di dati trasmessi via Internet, ricostruita tridimensionalmente a Trento.
Ma oltre alla riproduzione di opere e oggetti d’arte (e alla loro ricostruzione simulata), il progetto PEACH ha seguito anche una linea di ricerca che utilizza tecniche di intelligenza artificiale per arricchire l’esperienza della visita a un museo: attraverso un computer mobile di piccole dimensioni una speciale «guida artificiale» adatta le presentazioni multimediali agli interessi che manifesta lo spettatore nel corso della visita. Proprio come farebbe un accompagnatore sensibile e preparato.


Fonte: La Stampa web 09/08/2006
Autore: Rosalba Miceli

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