Un tunnel autostradale che attraversi uno dei siti inglesi più famosi e prestigiosi del mondo?
Sembra un’idea folle eppure in Inghilterra l’eventuale costruzione di un’arteria per la viabilità nell’area che circonda Stonehenge è argomento di dibattito. Da un lato c’è la volontà di snellire il traffico dell’intera regione, congestionato dal grande flusso turistico, dall’altro studiosi e archeologi che sono sul piede di guerra in difesa del luogo. Chi la spunterà?
Risale al 2014 la protesta sollevata da un gruppo di cittadini che si lamentava del grande flusso turistico e di macchine che quotidianamente percorrevano la A303, la grande autostrada a due corsie che unisce Basingstoke nell’Hampshire all’Honiton nel Devon passando per Stonehenge, sito di epoca neolitica che dal 1986 fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un problema non di poco conto dato il numero di persone che ogni anno si recano sul luogo per visitare il sito.
Ma come risolvere il problema urbanistico? Facile: costruendo un grande tunnel di 1.8 km a quattro corsie che passi proprio sotto il sito archeologico, limitando così i flussi di automobili che si riversano sull’attuale autostrada. Soluzione questa che, manco a dirlo, ha fatto gridare allo scandalo archeologici ed intellettuali, preoccupati per gli eventuali danni ai grandi monoliti, resistiti per decine di secoli, ma ora seriamente a rischio per le continue sollecitazioni.
“Stiamo per perdere per sempre un sito di grande valore”, ha dichiarato a Courthouse News David Jacques dell’Università di Buckingham, “Stonehenge non riguarda solamente le pietre ma un intero paesaggio. Se lo distruggiamo non potrà mai più tornare indietro e tutto perderà di valore”. E c’è chi sostiene addirittura che “i lavori potrebbero portare a un dissesto del terreno e al conseguente crollo di tutto il sito”.
La Highways England, la società che gestisce le autostrade, si difende sostenendo che “tutte queste accuse sono solo inutili allarmismi. La nostra società ha contribuito a migliorare le condizioni di viaggio di tutta la nazione e anche questo progetto sarà in linea con i nostri standard”.
Diverse sono le proposte che sono state presentate dal 2014 ad oggi. A febbraio, ad esempio, è stato bocciato un progetto perché troppo vicino a Blick Mead, un’area archeologica, poco lontana da Stonehenge, che risale al mesolitico. Anche il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha espresso le sue perplessità sul progetto, condannandolo perché “inciderebbe negativamente” sul sito archeologico, ma il loro dissenso, purtroppo, non ha alcun valore giuridico. E quindi quale sarà il destino di Stonehenge? Intanto aspettiamo che venga presa una decisione definitiva. L’inizio dei lavori è previsto per il 2021 con la conclusione nel 2025, ma difficile che si giunga ad una decisione nei tempi previsti.
Autore: Valentina Poli
Fonte: www.artribune.com, 20 ago 2018