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IL VERO “VOLTO” ABITA A SANSEPOLCRO

Il celebre crocifisso di Lucca non è originale: un documento del 1179 prova che il prototipo è quello ora in mostra ad Arezzo

La mostra di scultura medievale appena aperta ad Arezzo – La bellezza del Sacro. Sculture medievali policrome fino al 23 febbraio 2003 in varie sedi della città – ha lo scopo di far conoscere un patrimonio straordinario, più volte presentato e pubblicato dalla soprintendenza aretina, ma non ancora ben noto al grande pubblico.
La rassegna apre con un’opera davvero importante. Si tratta del Volto Santo di Sansepolcro, una scultura di imponenti dimensioni(m 2,70 x 2,90= che ha avuto la sfortuna di essere stata a lungo ignorata dalla critica più avveduta, la stessa che ha invece dedicato approfonditi studi sul ben più famoso e veneratissimo Volto Santo di Lucca.
Dalla celeberrima statua lucchese il Crocifisso di Sansepolcro sembrava derivare come una delle tante copie. In effetti, coperto com’era da una densa coltre di ridipinture e sporcizia, il Volto Santo non era di facile valutazione. In queste condizioni il pezzo venne esposto a Lucca nel 1982 nella mostra come copia del prototipo lucchese.
Tra il 1984 fu possibile effettuare il restauro del colossale legno (a cura di Barbara Schleicher ) e il risultato si rivelò sorprendente: emerse uno splendido crocifisso tunicato, con veste azzurra, cintura e galloni d’oro che pendono verticali dalle spalle come i clavi romani da cui derivano. La pubblicazione Il Volto Santo di Sansepolcro. Un grande capolavoro medievale rivelato dal restauro (Milano 1994, Silvana Editoriale), oltre a dar conto in maniera dettagliatissima del restauro, avanzava la ragionevole ipotesi che il Crocifisso di Sansepolcro fosse in realtà il primo, originario Volto Santo di Lucca, già ritenuto perduto. Infatti, è ormai assodato che l’attuale Volto Santo di Lucca sia una copia antica della originaria scultura che, secondo una pia leggenda redatta dal canonico Leobino, sarebbe giunta dall’Oriente miracolosamente trasportata da una nave senza nocchiero a Luni e quindi giunta a Lucca. Una ricerca archivistica da me compiuta ha di recente confermato tale ipotesi, poiché un documento lucchese del 1179 ci dà notizia della cessione di un Cristo tunicato ai frati del ovvero Sansepolcro. Anche le analisi al radiocarbonio su campioni di legno del Cristo hanno confermato la maggiore antichità della statua aretina, che potrebbe risalire a un periodo oscillante tra il 679 e l’845 dopo Cristo, dunque in piena età carolingia. I dati tecnici e documentari convergono nel faci credere che questa di Sansepolcro sia la scultura monumentale più antica conservatasi dal Medioevo. Notizia che, va detto, ha un’enorme importanza sul piano degli studi e delle conoscenze, ma che nulla va a interferire con la storia straordinaria del plurisecolare culto del Volto Santo lucchese.
Se il Volto Santo di Sasepolcro è il principale protagonista della mostra aretina, vanno però segnalati altri capolavori medievali del territorio aretino che gli fanno corona. Come i tre crocifissi romanici della cattedrale di Arezzo appartenenti alla più antica tipologia dei , secondo l’iconografia ispirata all’Apocalisse di Giovanni, con il loro perizoma vivacemente policromo e la scritta Non meno rilevante è la presentazione in mostra dei risultati del restauro delle sculture del portale maggiore della Pieve di Santa Maria Assunta di Arezzo. Il portale è decorato da una lunetta a bassorilievo raffigurante l’Assunta, di tipica iconografia bizantina, datata 1216 e firmata da Marchio, probabilmente uno scultore aretino. Alla lunetta s’addossa l’archivolto con la rappresentazione dei Mesi che si individuano col le tipiche attività contadine di ciascuna stagione. Sculture di grande vivacità e realismo e delle quali il lunghissimo restauro dovuto ad Agnese Parronchi ci ha restituito quasi al completo la straordinaria policromia, caso più unico che raro per la scultura all’aperto di epoca medievale.
Fonte: Il Sole – 24 Ore 15/09/02
Autore: Anna Maria Maetzke
Cronologia: Arch. Medievale

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