Sicuramente gli egizi sono passati alla storia per il loro sapere (astronomia, medicina ed ingegneria), la capacità di costruire opere incredibili e tutto ciò che i regni hanno comportato per il teatro geo-politico del tempo.
Ma l’Egitto nasconde tante piccole curiosità che meritano d’essere analizzate. Tra le tante curiosità, possiamo osservare una produzione per noi comune, come per loro: il pane.
Il pane, accompagnato da birra, è stato alla base della dieta degli operai impegnati nelle costruzioni delle grandi opere. Grazie allo studio di alcuni bassorilievi, oggi è possibile scoprire come avveniva la panificazione.
Il vasellame di cottura era composto da due forme: inferiore e superiore. Il coperchio doveva sopportare altissime temperature, tanto che nelle rappresentazioni giunte fino a noi, sono rappresentate figure che durante la lavorazione, si coprono il viso a causa dell’enorme calore. I coperchi, a causa delle temperature raggiunte, venivano spostati per mezzo di bastoni; posto l’impasto a lievitare, questo riposava nella parte inferiore.
Il pane dell’Antico Regno possedeva una forma molto grande. La forma permetteva di poter nutrire molte persone ma il motivo principale della misura è d’attribuirsi alla facilità di trasporto.
Ricetta e produzione
Il pane degli Egizi era composto da una varietà di farro, oggi piuttosto rara. Ovviamente nell’Antico Egitto il lievito non era conosciuto; il pane, credettero, si gonfiava per miracolo.
Il procedimento della lievitazione avveniva, comunque, lasciando la farina bagnata all’aperto. Questo “abbandono” permetteva di concentrare batteri e spore di lievito locale; in una settimana il contenitore era pronto, l’impasto poteva essere depositato al suo interno.
Le fosse erano riempie di braci, il contenitore veniva adagiato tra le braci mentre il coperchio era posto a scaldare sul fuoco di un falò. Una volta spostato il coperchio sopra i contenitori, l’effetto dal caldo proveniente dal lato inferiore e superiore creava l’effetto forno.
Cronologia: Egittologia