Oltre 600 monete d’argento e piú di 60 oggetti, tra cui un bracciale in oro: è questo il favoloso «bottino» recuperato nello scorso gennaio da David Whelan e da suo figlio Andrew.
I due appartengono alla folta schiera degli appassionati inglesi che setacciano le campagne armati di metal detector, e hanno effettuato la scoperta nel territorio della città di Harrogate, nella contea del North Yorkshire (Inghilterra centrale). Attenendosi alle norme stabilite nel 1996 dal Treasure Act, hanno subito avvertito le autorità competenti e, soprattutto, non si sono fatti travolgere dalla curiosità, recuperando i materiali senza smembrare la concrezione che li avviluppava, formata da frammenti di piombo probabilmente riferibili a un contenitore e dal deposito terroso.
E ora, dopo l’intervento dei tecnici e dei restauratori del British Museum, il tesoro si è svelato in tutta la sua ricchezza. Si tratta di materiali riferibili a genti vichinghe – che conquistarono il regno anglosassone di Northumbria nell’869, mantenendone il controllo per circa un cinquantennio – e, al pari di altri tesori ascrivibili al medesimo contesto culturale e cronologico, comprende oggetti preziosi realizzati con metalli diversi, tra i quali, oltre alle monete, vi sono ornamenti, lingotti e pezzi d’argento utilizzati come unità monetaria (spesso, infatti, poiché il valore delle monete si calcolava sulla base del peso, esse venivano sostituite da quantitativi di metallo prezioso ricavati da monili o altri manufatti).
Il tesoro di Harrogate dimostra inoltre l’esistenza di una fitta rete di contatti con altre civiltà del mondo medievale: vi sono infatti oggetti provenienti dall’Irlanda, dalla Russia, dalla Scandinavia e perfino dall’Afghanistan.
Il reperto piú spettacolare, tuttavia, è un vaso in argento dorato, fabbricato nei territori dell’odierna Francia nella prima metà del IX secolo. Doveva essere stato realizzato come accessorio sacro, destinato alla celebrazione della messa, e la sua presenza nel tesoro si può attribuire al saccheggio di un monastero o alla sua cessione come tributo. La maggior parte degli oggetti di piccole dimensioni era nascosta all’interno del vaso, il quale, a sua volta, era protetto da una sorta di custodia in piombo. Tale circostanza ha favorito l’eccellente stato di conservazione dei materiali. Per quanto riguarda le monete, è interessante rilevare la presenza di pezzi riferibili al mondo islamico.
Con ogni probabilità il tesoro fu seppellito da un ricco capo vichingo per evitarne il saccheggio, nel turbolento periodo che seguí la riconquista del regno di Northumbria da parte del re anglosassone Etelstano nel 927.
Autore: Stefano Mammini
Fonte: http://www.archeo.it, settembre 2007