Secondo una nuova ricerca, basata su scavi archeologici che hanno portato alla luce manufatti in ceramica, importanti eventi storici della Grecia, nonché l’origine di molte innovazioni in filosofia, letteratura e politica, dovrebbero essere anticipati di almeno 50-150 anni.
Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica internazionale “Plos One” sembra rimettere in discussione la cronologia dell’antichità greca e, allo stesso tempo, quella della datazione della scrittura delle celeberrime opere omeriche.
Un gruppo di archeologi dell’Accademia austriaca delle scienze è riuscito a sviluppare un sistema di datazione molto più preciso. Di solito i ricercatori usano il carbonio-14 per trovare l’età di una materia organica, ad esempio di un’opera d’arte, di un fossile o di una roccia. Ogni organismo vivente ha una certa quantità di radiocarbonio, che poi diminuisce esponenzialmente quando muore. Confrontando questo residuo di carbonio con quello presente in un campione di riferimento, è possibile risalire a oggetti fino a 50.000 anni fa.
Questa tecnica ha quindi permesso di progettare una griglia temporale dell’antichità greca, con relativa precisione, perchè la quantità di carbonio-14 può variare a seconda delle condizioni ambientali.
Per risolvere questo problema, i ricercatori dell’Accademia austriaca delle scienze hanno ideato una scala di calibrazione con diverse misure di oggetti la cui età è nota, per confrontarli con i risultati del carbonio-14. Questo procedimento è stato utilizzato nel sito archeologico greco di Sindos, sobborgo di Salonicco. Il team di ricercatori austriaco, analizzando i manufatti di ceramica ritrovati con il nuovo procedimento per stabilire la loro datazione, è riuscito a rivalutare la cronologia della storia greca. Secondo questi risultati, importanti eventi storici dovrebbero essere datati a 50-150 anni prima.
“Pertanto, i vantaggi del nuovo metodo si completano a vicenda, a favore di una precisione di datazione che finora non era stata raggiunta per questo periodo”, ha commentato l’archeologo Stefanos Gimatzidis. D’ora in poi gli errori di datazione possono essere considerevolmente ridotti per i reperti archeologici. Queste conclusioni suggeriscono anche una nuova lettura della storia dell’antichità.
“Ora possiamo concepire la diffusione dell’alfabeto o del simposio in Grecia e in Italia come un processo più lungo iniziato nel IX secolo a. C.”, ha aggiunto Gimatzidis.
Fonte: www.qaeditoria.it, 8 giu 2020