Dopo tre settimane di immersioni al largo dell’isola di Antikitera, una spedizione internazionale ha prodotto i risultati sperati: prove che il relitto del 70 a.C. contiene ancora molti dei suoi tesori, e l’autorizzazione per continuare gli scavi archeologici.
Forse la cosa più interessante è stato scoprire che ci sono due relitti sul fondo del mare, non solo uno. Il relitto principale proviene da una nave molto grande per l’epoca (50 metri). Il secondo possibile relitto si trova a circa 200 metri.
Il relitto principale è quello trovato dai subacquei greci nel 1900, e poi visitato nuovamente nel 1976 con Jacques Cousteau. Queste spedizioni non erano proprio degli accurati scavi archeologici, bensì delle operazioni di recupero destinate a portare in superficie i tesori sepolti. Tra questi vi furono dozzine di statue di marmo e bronzo, gioielli d’oro incrostati di gemme e il famosissimo Meccanismo di Anticitera, capace di calcolare di movimento di Sole, Luna e pianeti.
Nei primi giorni di ricerca, il team – proveniente da Grecia, Stati Uniti e Australia – ha mappato il sito con telecamere 3D e lo ha scannerizzato col metal detector. Il più grande ritrovamento del successivo scavo è stata una lancia di bronzo lunga 2 metri, ritenuta appartenere a una statua. È stata inoltre scoperta una caraffa in terracotta rossa ancora intatta, probabilmente usata per servire il vino. Un anello di bronzo usato per la costruzione della nave è stato trovato con un pezzo di legno del ponte ancora attaccato. La squadra ha infine recuperato un’ancora della prua e frammenti di anfore.
Diversi altri oggetti sono stati trovati a oltre 200 metri di distanza, tra cui un’altra ancora, un pezzo di tubatura di piombo (forse una parte della pompa di sentina), e un mucchio di anfore disposte come se fossero ancora nella stiva di 2.000 anni fa.
Gli archeologi pensano che questi oggetti possano provenire da un’altra nave, in viaggio con la prima. Ci sono quattro tipi di anfore nel primo relitto, e le loro forme e i loro marchi impressi mostrano che risalgono al I secolo a.C. e vengono dai porti di Rodi, Kos, Pergamo ed Efeso. Il secondo sito ha rivelato gli stessi quattro tipi di anfore, della stessa epoca e degli stessi porti. Forse le due navi viaggiavano insieme e salparono verso il loro tragico destino, finendo in una tempesta e infrangendosi sulle roccie di Anticitera.
Theotokis Theodolou, archeologo e funzionario del ministero greco, ha detto: “Non è certo che ci siano due navi, ma potrebbe essere. C’è ancora molto lavoro da fare”. Il gran numero di statue finora rinvenute ha portato gli archeologi a credere che ci siano ancora molti reperti da scoprire sotto sabbia e sedimenti.
Il team spera di poter tornare il prossimo anno, usando strumenti per aspirare rapidamente i sedimenti in gran quantità. Si potrà impiegare anche la futuristica muta chiamata Exosuit, utilizzata due volte quest’anno. Grazie a questa muta un subacqueo può rimanere immerso fino a 50 ore a una profondità di 300 metri.
Fonte: www.ilfattostorico.com , 30 ott 2014