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GRECIA – Delfi. La sfinge dei Nassi.

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Durante lavori di ricerca e scavi eseguiti nel santuario del Tempio di Apollo a Delfi, la maggiore delle isole Cicladi della Grecia, situate nel Mar Egeo, furono raccolti, a partire dal 1860 fino al 1893, frammenti di marmo bianco, originari dell’isola di Naxos che, alla fine, messi insieme con certosina pazienza e tanta competenza, diedero la soddisfazione di vedere ricostruita una grande e stupenda statua, alta ben 222 centimetri e larga 125, poggiante su un piedistallo scolpito secondo lo stile ionico, datata al 560 a.C.
Si ritiene che sia stato un dono della comunità dell’isola di Naxos all’Oracolo di Delfi.
Il blocco era posto sopra una colonna, che portava l’altezza totale a quasi 12 metri e mezzo, eretta presso l’ingresso del santuario, che era situato a nord della Roccia della Sibilla.
Era un po’ una moda, quella di porre esseri mitologici, quali le sfingi, di fianco ai templi ed alle sepolture con l’intenzione che servissero da protezione per i fedeli, in particolare per i regnanti ed i ricchi.
Le fattezze della statua sono l’insieme di una testa di donna, con il petto e le ali di un uccello rapace ed il corpo di leonessa. E nella mitologia greca, un essere formato dalla testa di una donna sul corpo di una leonessa era un simbolo di grande forza, adattissimo a fare il guardiano della sicurezza altrui.
Il volto, bello, sorridente e disteso, ma enigmatico, di giovane fanciulla, è incorniciato da una fascia che trattiene i lunghi riccioli, ricadenti sulla nuca. Si tratta di un esempio della maestria artistica degli scultori di quell’epoca e di quel luogo.
Il monumento, che suscitava una certa paura nei visitatori, rappresentava un esempio specifico della scultura di Naxos, quando era nelle più alte vette dello splendore.
La sfinge, che è originaria della mitologia dell’Egitto (basti ricordare il suo incontro con Edipo), è stata introdotta in Grecia da Era, sempre secondo la mitologia, dopo averla recuperata dall’Etiopia.
Sul basamento è incisa, in greco, la seguente frase: “I Delfini sono stati ritenuti degni della preminenza dell’antico sovrano di Theolitus, il deputato Epigenus”.
Il Museo Archeologico di Delfi conserva la statua e la pone all’ammirazione dei visitatori.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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