Una nuova ricerca ha rivelato che quattro frammenti di manoscritti dei Rotoli del Mar Morto, che in precedenza si pensava fossero vuoti, in realtà contengono testo.
Lo studio si è tenuto presso il King’s College di Londra, una collaborazione tra il professor Joan Taylor (King’s College di Londra), il professor Marcello Fidanzio (Facoltà di Teologia di Lugano) e il Dr. Dennis Mizzi (Università di Malta) .
Tutti questi piccoli pezzi (circa 900 manoscritti) furono portati alla luce negli scavi ufficiali delle grotte di Qumran (in 11 grotte) e non sono mai passati nel mercato delle antichità.
Negli anni ’50, i 4 frammenti furono donati dal governo giordano a Ronald Reed, esperto di pelletteria all’Università di Leeds, in modo che potesse studiare la loro composizione fisica e chimica. Si presumeva che i pezzi fossero ideali per i test scientifici, poiché erano vuoti e relativamente senza valore. Questi sono stati studiati e pubblicati da Reed e dal suo studente John Poole, e quindi conservati.
Nel 1997 la Reed Collection è stata donata all’Università di Manchester attraverso l’iniziativa di George Brooke, professore di critica biblica ed esegesi di Rylands. I frammenti sono stati conservati nella Biblioteca John Rylands e da allora sono rimasti relativamente intatti.
Nell’esaminare i frammenti per il nuovo studio, il professor Taylor ha ritenuto possibile che uno di essi contenesse effettivamente una lettera, e quindi ha deciso di fotografare, usando l’imaging multispettrale, tutti i frammenti esistenti di oltre 1 cm che appaiono vuoti ad occhio nudo.
Dei 51 frammenti, sei di essi sono risultati degni di indagine e quattro mostravano un testo ebraico / aramaico leggibile con inchiostro a base di carbonio. Lo studio ha anche rivelato linee rette e piccole tracce di lettere su altri frammenti.
Il frammento più consistente ha i resti di quattro righe di testo con 15-16 lettere, la maggior parte delle quali sono conservate solo parzialmente, ma è ben evidente la parola Shabbat (Sabbath). Questo testo può essere correlato al libro biblico di Ezechiele (46: 1-3).
Il team di ricerca sta attualmente conducendo ulteriori indagini su questi frammenti in consultazione con la John Rylands Library e il Professor Brooke, nell’ambito di un più ampio progetto di studio dei vari manufatti di Qumran presso la John Rylands Library. I risultati saranno pubblicati in un prossimo rapporto.
Autore: Renato Sansone
Fonte: www.geomagazine.it, 18 mag 2020