I resti fossili di una zuppa di pesce hanno permesso di identificare un’antica via di commercio romana finora poco conosciuta. L’analisi genetica ha mostrato che un pesce gatto vecchio di 1400 anni, sepolto in un’antica città turca, proveniva probabilmente dall’Egitto.
I fossili sono stati trovati presso le rovine di Sagalassos, a 110 chilometri dalla costa meridionale della Turchia. Il pesce gatto (Clarias gariepinus) non è nativo di questa regione. L’analisi del DNA mitocondriale di alcune delle pinne pettorali del pesce, materiale genetico che non si modifica molto con il passare del tempo, è stato confrontato con esemplari moderni di pesci provenienti dalla Turchia, dalla Siria, da Israele, dal Mali, dall’Egitto e dal Senegal. Il campione di Sagalassos è risultato corrispondente a quelli dei pesci gatti presenti oggi nel fiume Nilo.
Nel 600 dopo Cristo, Sagalassos era uno snodo importante per la cultura, l’agricoltura e il commercio greco-romano. “I pesci gatto – afferma Marc Waelkens, dell’Università Cattolica di Leuven, in Belgio – erano probabilmente una delizia riservata agli aristocratici”. I romani potrebbero averli importati, insieme ad altri pesci esotici, per i loro acquari decorativi. Nello stesso sito, Waelkens e colleghi hanno trovato anche resti di pesce persico del Nilo (Lates niloticus) e di tilapia africana (Tilapia zillii).
La scoperta è una prova ulteriore dei legami di Sagalassos con le regioni più estreme dell’impero romano. Alcune delle sue ceramiche, per esempio, sono state ritrovate nell’Africa nord-orientale.
Fonte: Le Scienze on line 21/07/03
GLI ANTICHI TURCHI IMPORTAVANO PESCE DALL’EGITTO
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