Al contrario delle “città invisibili” di Italo Calvino che esistevano solo nella fantasia di Marco Polo e nella credulità del Kublai Kan, la Bologna etrusca non si vede, ma è reale e concreta.
Nel suo abitato di straordinaria estensione, nei suoi luoghi di sepoltura specchio fedele della società e dei cittadini, nella sua economia agricola con il controllo della fertile pianura padana, nella sua dimensione produttiva, nel suo ruolo di snodo commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa.
Per la prima e unica volta nella sua storia, con gli Etruschi, Bologna è stata una grande capitale.
Nella sua lunga storia Bologna ha avuto un’antica e prestigiosa fase etrusca, forse una delle più importanti visto che è stato l’unico periodo in cui la città, che aveva il nome di Felsina, probabile latinizzazione del suo nome etrusco, è stata capitale di una vasta area padana. Plinio non a caso parla di Felsina princeps Etruriae.
Si tratta di un periodo storico che va dal X al IV secolo a. C. del quale non è rimasto nulla sul terreno, se si eccettua un’isolata tomba in pietra visibile all’interno dei Giardini Margherita. Tutte le altre strutture sono sepolte sotto la città attuale o sono state distrutte dagli insediamenti delle età successive.
Restano importanti resti mobili, come ceramiche, bronzi e sculture, che facevano parte dei corredi delle sepolture e che sono esposti al Museo Civico Archeologico.
Manca comunque uno strumento conoscitivo che metta insieme tutti i dati disponibili fornendo un quadro complessivo dell’estensione della città, della sua struttura, della sua importanza territoriale e del suo ruolo economico.
Questo si propone il libro “Bologna etrusca. La città invisibile”. L’esigenza di una sintesi su una lunga e importante fase della storia più antica è particolarmente sentita in ragione dei molti scavi, fatti in particole negli ultimi decenni in occasione di diversi interventi urbani, dai quali è emerso un quadro completamente nuovo della città etrusca e del suo ruolo storico.
Giuseppe Sassatelli, Professore Emerito di Etruscologia e Archeologia italica dell’Università di Bologna, é Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici.
Ha diretto per tanti anni gli scavi dell’Università di Bologna nella città etrusca di Marzabotto e si è occupato in particolare degli Etruschi nella pianura padana e dei loro rapporti con le altre realtà dell’Italia settentrionale e del Mediterraneo.
Ha collaborato con molti Musei e Soprintendenze su aree e complessi legati alla civiltà etrusca. Ha curato e collaborato a diverse Mostre sugli Etruschi.
È stato Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico per i Beni Archeologici e Membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali del Ministero della Cultura.
Editore: Bologna University Press
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