Numerosi scienziati raccolgono prove secondo cui l’universo sarebbe un grande e complesso ologramma, emanazione di un campo piatto bidimensionale.
Ci sarebbe uno schermo, una superficie ideale che contiene la scena dell’intero universo e su cui tutta l’informazione dello stesso universo sarebbe in qualche modo registrata, appunto come in un ologramma. Perfino la gravità sarebbe parte dell’illusione, una forza assente dal mondo bidimensionale, Maldacena J. (gennaio, 2016).
L’idea è simile a quella degli ologrammi ordinari, in cui l’immagine tridimensionale è codificata in una superficie bidimensionale, come l’ologramma sulla carta di credito. Tutte le informazioni che formano la realtà a tre dimensioni – più il Tempo – sarebbero contenute in una realtà con una dimensione in meno. Non ce ne accorgiamo perché la percezione del mondo è indiretta e avviene attraverso una moltitudine di computazioni inconsce. Una conseguenza potrebbe essere l’inesistenza del libero arbitrio, come Libet evidenziò nei primi anni ‘90 del Novecento?
Benjamin Libet rilevò che l’intervallo di tempo intercorrente tra l’esecuzione d’un atto ed il rendersi conto di farlo era di 0,5 secondi. Il potenziale di prontezza motoria comincia circa 1 secondo prima dell’avvio del movimento del dito della propria mano, ma il soggetto è consapevole dell’intenzione di agire solo 200 ms circa prima del movimento, quindi molto dopo (circa 800 ms) l’inizio della relativa attività cerebrale.
L’esperimento di Libet fu interpretato come una prova empirica contro il libero arbitrio. I risultati sembrano mostrare che il cervello si prepari all’azione prima che si abbia la consapevolezza di compiere il movimento.
Autore: Giuseppe C. Budetta – giuseppe.budetta@gmail.com