Supponiamo che improvvisamente il Mediterraneo si svuoti completamente. Totale moria di pesci, l’enorme mole della spazzatura dovuta all’incuria umana e la sedimentazione accumulata nei millenni. Nei fondali vengono illuminati dal faro solare anche i numerosissimi relitti dei naufragi, ognuno con la propria storia di sofferenze, ognuno con il proprio mistero. Una eventualità che porterebbe un eccezionale contributo alle nostre cognizioni ripercorrendo gli eventi salienti delle battaglie combattute nel Mare Nostrum.
“Della guerra”, il famoso libro strategico di Karl von Clausewitz edito da Mondadori nel 1970 (pubblicato in originale nel 1832), è uno dei maggiori trattati sul tema definito dall’autore stesso “un atto di violenza per imporre all’avversario la nostra volontà”.
Anche in mare la violenza è presente dall’inizio della navigazione: Ittiti, Vichinghi, Egizi, Romani, Inglesi, Spagnoli, le battaglie nella I e II guerra mondiale, una sequenza di combattimenti che comprendono nomi di località come Abukir, Trafalgar, Lepanto, Bismark, Tsushima, Lissa, Alessandria e flotte come l’Invincibile Armata o confronti sanguinosi tra islamici e cristiani.
In un clima di brutalità assoluta, tra marinai morti e feriti, le lunghe attese prima dello scontro, gli arrembaggi ed i mezzi per demolire uomini e scafi.
Per la sua posizione il Mediterraneo è il mare che ha al centro decisivi eventi storici: intere civiltà nacquero lungo le sue sponde. Dopo quelle sorte intorno ai grandi fiumi (Nilo, Tigri, Eufrate), il popolo minoico creò una potenza mercantile fino al suo tramonto per lasciare spazio alle civiltà ittita, micenea e fenicia con l’insediamento di colonie (Cartagine, Spagna, Sardegna, Sicilia). Più tardi l’Impero romano ne avrà il predominio per almeno quattro secoli. Il suo tracollo e le conseguenti invasioni barbariche tramutate nel dominio arabo coinvolgono Sicilia e Spagna con culture delle quale ancora oggi restano testimonianze concrete. Fu comunque un periodo favorevole agli interscambi culturali e mercantili tra Oriente e Occidente.
Le scoperte geografiche ed i traffici intensificati da Colombo verso le Americhe e dai Portoghesi verso l’Asia sposteranno il centro dell’attività economica europea oltre lo Stretto di Gibilterra, segnando così l’inizio della decadenza dei traffici mediterranei fino all’apertura del canale di Suez.
Immaginiamo ipoteticamente che una gigantesca idrovora trasferisca l’acqua del Mediterraneo nell’Oceano Atlantico: sarebbe una scoperta archeologica eccezionale utilissima agli studiosi del ramo per arricchire la saggistica storica sia dei popoli sia dell’evoluzione nelle costruzioni navali (proprio in questo periodo è stata identificata la nave commerciale britannica affondata nel 1942 da un sottomarino tedesco; giace sul fondo a poco più di 200 mt. nei pressi di Cape Code – nord est degli States – con lingotti di platino del valore presunto di tre miliardi di dollari).
I passaggi verso il Mar Nero attraverso i Dardanelli e verso il Mar Rosso attraverso il Canale di Suez diventerebbero i confini di un ambiente comprendente Adriatico e Tirreno, ovvero un complesso colmo di antichi reperti, la cui conoscenza presenta ancora oggi numerosissime lacune e ricchezze inimmaginabili.
Autore: Giuliano Confaloneiri, Giuliano.confalonieri@alice.it