Il volume fa riscoprire e ripercorrere non solo lo spazio geografico di un itinerario del passato, ma anche un lungo e articolato percorso attraverso la storia, senza trascurare i segni della realtà attuale.
Come ricordano gli antichi, la via Salaria prendeva il nome dalla sua funzione originaria che consentiva alle popolazioni dell’entroterra sabino e dell’agro reatino di raggiungere Roma per rifornirsi di sale nel Foro Boario, qui trasportato dalle saline della foce del fiume Tevere con il quale la via consolare costituiva una delle principali vie di comunicazione.
La strada era già efficiente fin dal secolo IV a.C.; la parte più antica, la “Salaria vetus”, inizia dalla Porta Collina delle mura Serviane, attraversa la Porta Pinciana e si ricongiunge con la “Salaria nova” al Ponte Salario. Quindi seguiva il Tevere fino a Passo Corese, si addentrava nella Sabina passando per Rieti, Cittaducale, Antrodoco, attraversava l’Appennino fra le gole del Terminillo (1000 metri s.m.) e discendeva verso l’Adriatico raggiungendo Porto d’Ascoli (Castrum Truentinum).
Alcuni itinerari antichi la facevano proseguire per Giulianova, Atri e Pescara. Nel tardo impero la Salaria era ancora integra, e nel IV secolo d.C. era rimasta interamente in uso. Il percorso della via consolare ci è graficamente tramandato dagli antichi itinerari quali l’“Itinerarium Antonini” e la “Tabula Peutingeriana” risalente all’epoca medievale. Le varie vicende politiche della regione attraversata dall’antica via ne hanno anche parzialmente modificato il tragitto. Intorno alla metà del 1800 il tracciato venne in parte ristrutturato dal governo pontificio.
Dal 1960 ad oggi sono stati effettuati altri interventi atti a eliminare i tratti tortuosi e a ridurre la lunghezza del percorso anche con l’utilizzo di notevoli varianti. La guida dell’archeologa Giovanna Alvino, oltre a illustrare ampiamente la storia, lo sviluppo, gli itinerari e le vicissitudini della Via Salaria, ci fa conoscere tutte le località archeologiche e i luoghi artistici e caratteristici che si attraversano o che si possono raggiungere con brevi deviazioni; è utile alla comprensione dei luoghi di antica memoria e agevola la scoperta di un paesaggio a volte ancora intatto.
La lettura della guida permette di viaggiare per tutta la Sabina senza muoversi dalla poltrona, ma è soprattutto un utilissimo manuale per chi vorrà andare a visitare le località così esaurientemente descritte.
Edizioni dell’Istituto Poligrafico dello Stato
Fonte: CulturalWeb 10/02/04
Autore: Marcello Molajoli
Cronologia: Arch. Romana