Archivi

Giorgio FUMAGALLI: Le Origini di Milano: ellisse o quadrilatero?

A Milano, la seconda domenica di novembre, si commemora la fondazione della città, che secondo taluni autori sarebbe sorta in una località, dove mancano idonee conferme stratigrafiche. Proponiamo una riflessione…

All’inizio del secolo scorso, Alessandro Colombo, un appassionato della storia milanese, basandosi su considerazioni prevalentemente toponomastiche, suggerì che l’impianto originario della città di Milano fosse da ricercarsi in un’area ellittica, attorno a Piazza della Scala. In effetti, osservando la mappa della città, possiamo ancor oggi individuare una forma ellittica, delimitata da Piazza Belgioioso, Piazza Meda, Via Hoepli, Passaggio della Galleria Vittorio Emanuele, Via Tommaso Grossi, Via S. Protaso, Via Clerici, Piazzetta Bossi, Via Boito, Via Andegari, Via Romagnosi, Via Morone.

Recentemente, l’ipotesi è stata avvalorata anche da osservazioni altimetriche (Gilberto Oneto), da elementi forniti dall’archeoastronomia (Adriano Gaspani) e soprattutto dalla considerazione che, più addietro si andava nel tempo, più l’impianto viario tende a coincidere con una linea ellittica (Maria Grazia Tolfo). Infine si può considerare come indizio probante l’assenza di edificazione fino al I secolo a.C. all’interno di tutta l’area, mentre l’esterno del suo perimetro è tutto edificato: come è ben evidente nelle mappe esposte sia al Museo Archeologico, sia all’Antiquarium dell’Arena Romana (di fatto i Romani non si insediarono nell’ipotetico recinto celtico neppure nel secolo successivo).

Su questo tema, si è sviluppata un’interessante saggistica, circa le dimensioni e l’eccentricità dell’ellisse: quest’ultimo valore risulta legato ad una terna pitagorica, secondo un criterio già noto in ambito celtico (Carlo Frison e altri).
L’orientamento degli assi di simmetria dell’ellisse sembra coincidere con particolari configurazioni astrali; ma c’è chi pensa che queste direzioni (perpendicolari tra loro) siano determinate dalla posizione del Monte Rosa e da quella del Resegone. Queste montagne hanno caratterizzato l’orientamento delle costruzioni fino a tutto l’Ottocento. Chi non ricorda lo stupore del Renzo di manzoniana memoria, che in fondo ad ogni strada di Milano vedeva il “suo” Resegone?
Sulla mappa qui riportata, è tracciata un’ellisse legata alla terna pitagorica 3-4-5.
La coincidenza con la disposizione d’alcune strade attuali è abbastanza buona: prima della costruzione della Galleria, sarebbe stata ancora migliore.
Ciò nonostante, quest’ipotesi neppure è presa in considerazione dagli archeologi. Essi non hanno tutti i torti: a Milano sono emersi significativi reperti relativi ad insediamenti del periodo di Golasecca e a quello delle migrazioni dei Galli; ma in tutta l’area dell’ellisse non c’è traccia di edifici anteriori al I sec. a.C..

Ci sembra doverosa una spiegazione.
Semplificando un poco: il fenomeno urbano nel mondo mediterraneo nasce con la realizzazione dell’urbs, che non è solo un insediamento abitativo, ma è molto di più; essa racchiude anche una civitas, con finalità sociali (palazzi, templi, mercato, foro, ecc.).
Presso i Celti dell’età del Ferro, queste due funzioni erano separate. La civitas era il punto dove convergevano importanti strade ed era anche il luogo dove si svolgevano le attività religiose, commerciali, militari, giuridiche, amministrative, ecc. Solitamente si trovava nella radura di una foresta. Lo stanziamento (oppidum, inizialmente non fortificato) era fuori dalla foresta e ben distinto dalla sacra radura. Questo tipo di organizzazione è stato evidenziato da Manlio Farinacci, relativamente ai Celti nell’Italia Centrale, ma ci risulta ricorrente anche nell’Insubria.
Quando gli storici parlano di Milano, pensano alla civitas, fondata all’inizio del sesto secolo da Belloveso, che poi divenne il centro logistico principale dell’Insubria.
Gli archeologi, invece, si riferiscono ad un insediamento, che forse era addirittura preesistente alla fondazione della città, ma che raggiunse una certa consistenza solo all’inizio del quinto secolo, periodo al quale si rifanno i più antichi reperti.
Per questo, è naturale che archeologi e storici abbiano una diversa concezione, infatti, si riferiscono ad entità diverse: rispettivamente, il Medhelanon (un’ellisse attorno all’attuale Piazza della Scala) e il Mediolanum (un quadrilatero nelle vicinanze del luogo dove poi sorse il Foro, ora Piazza San Sepolcro)
È altrettanto ovvio, che la sacra radura non abbia fornito testimonianze, come solitamente avviene per un bosco: anche perché tale rimase almeno fino al I secolo d.C.
Forse questa interpretazione è troppo semplicistica e saremo grati a quanti ci forniranno una visione più approfondita e documentata; ma per ora ci sembra l’unica spiegazione che può mettere tutti d’accordo.


Mail: mfumagalli@infinito.it
Autore: Giorgio Fumagalli
Cronologia: Protostoria

Segnala la tua notizia