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Questo è uno dei pannelli conservati meglio infatti è quasi totalmente integro. Si tratta di una complessa allegoria di una mitica terra dell’Età dell’oro. Il rilievo raffigura una figura matronale seduta con in grembo due putti e alcune primizie. Ai lati si trovano due ninfe seminude, una seduta su un cigno in volo (simbolo dell’aria), e l’altra su un drago marino (simbolo del mare); questi due animali rappresentano la serenità della pace, cioè terra marique: la pace in terra e in mare. Anche il paesaggio ha elementi allegorici: a sinistra è fluviale, con canne e un’oinochoe dal quale fluisce l’acqua, al centro è roccioso con fiori e animali (una giovenca sdraiata e una pecora che pascola), mentre a destra è marino.
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Decorazioni esterne.
Sui lati lunghi è rappresentata la processione della famiglia di Augusto e dei sacerdoti. Mentre sui lati corti sono rappresentati: Romolo e Remo, la Terra (Pax Augusta) e Antonia Minore, il piccolo Germanico, Druso e i piccoli Domizi.
Decorazioni interne.
La superficie interna del monumento riporta in basso scanalature verticali simulanti una palizzata, riproduzione di quella provvisoria eretta alla constitutio dell’ara. Questo steccato veniva costruito per i templi augurali che precedevano il luogo sacro vero e proprio. In quello superiore si trovano festoni sorretti da bucrani (crani di buoi con ghirlande), con al centro ghirlande e phialai. Anche questo motivo deriva dalla costruzione provvisoria lignea del 13 a.C. tra i due ordini corre una fascia a palmette e fiori di loto.
Elementi decorativi.
I Festoni rappresentati internamente
Il motivo dello zoccolo che circonda l’Ara
Bibliografia:
Piero Adorno, L’arte italiana G. d’Anna, 1985.
R. Bianchi Bandinelli e M. Torelli, L’arte dell’antichità classica, Etruria-Roma, Utet, Torino 1976.