Il Comune sardo di Gesturi ha annunciato, in queste ore, il ritrovamento di un lungo pugnale in bronzo. La scoperta è avvenuta durante lavori di valorizzazione e messa in sicurezza del proto-nuraghe Bruncu Maduli – svolti con un finanziamento di 100.000 euro – che ha previsto anche scavi e restauri archeologici. L’arma è stata consegnata alla Soprintendenza, ma l’ente municipale auspica che essa possa essere destinata al Museo della giara di Gesturi.
“Il complesso del proto-nuraghe si affaccia suggestivamente sul ciglio S/E della Giara, altopiano basaltico al confine tra le regioni della Marmilla, del Sarcidano e dell’Arborea. – spiega la Regione – L’edificio principale riveste una notevole importanza sul piano architettonico, poiché rientra nella tipologia dei protonuraghi o nuraghi “a corridoio”.
È una poderosa costruzione in opera ciclopica di blocchi irregolari di basalto. Ha planimetria irregolare, quasi reniforme (m 3,80 x m 16,50), e si conserva in elevato per circa m 4,50. L’ingresso (larghezza m 1,00; altezza m 1,70) è volto a S-S/O e immette su una scala sulla quale si affaccia, sulla destra, una nicchia.
La scala, coperta con filari in aggetto, si prolunga poi in un andito che, salendo, dà accesso a due camere di pianta curvilinea: una sulla sinistra, l’altra più in fondo alla destra; ad E-N/E di quest’ultima si individua il tratto di un corridoio in asse col primo, che presumibilmente in origine, ad un livello ribassato, conduceva ad un secondo ingresso dell’edificio sul lato N/E. Sulla sinistra del corridoio un varco si addentra nella muratura, probabilmente l’inizio della scala che conduceva al terrazzo”.
“L’edificio, di difficile lettura, – prosegue la Regione – è stato datato per lungo tempo al Calcolitico e al Bronzo antico, per la presenza di ceramiche scanalate attribuite alla cultura di Monte Claro e per la datazione al C14 di alcuni reperti organici rinvenuti all’interno di una camera (1820 a.C., con oscillazione di 250 anni).
Studi più recenti propongono una datazione al Bronzo medio (XV-XIV sec. a.C.) e danno una nuova interpretazione architettonica dell’edificio: in particolare, i due ambienti principali non sarebbero capanne con coperture straminee a vista sul terrazzo, come ipotizzato dal Lilliu, ma camere interne con volte a filari a sezione tronco-ogivale.
A circa 100 m ad O del nuraghe si estende un villaggio di capanne. Queste sono raccolte in isolati, raccordate tra loro e disposte intorno a cortili comuni centrali. I vani hanno forma circolare e pavimenti lastricati e acciottolati; sono presenti focolari, nicchie, sedili e ripiani alle pareti. Le capanne hanno restituito materiali del Bronzo finale (XIII-X sec. a.C.)”.
Fonte: www.stilearte.it, 14 giu 2023