Un sigillo dalle dimensioni di una piccola moneta, risalente ad oltre 2700 anni fa è stato ritrovato nella Città Vecchia di Gerusalemme. Scoperto da archeologi israeliani, riporta la scritta in ebraico “appartenente al governatore della città” e sembrerebbe confermare l’esistenza di quella che era la più alta carica amministrativa dell’epoca, più volte riferita dalla Bibbia, ma finora mai testimoniata da reperti archeologici.
Il ritrovamento del sigillo di argilla risalente a 2.700 anni fa è stato reso pubblico lunedì 1 gennaio. Autori della scoperta, avvenuta durante degli scavi nell’area del Muro del Pianto, nella Città Vecchia, sono stati degli archeologi israeliani. Gli studiosi sostengono che il manufatto sia appartenuto ad un governatore di Gerusalemme, carica descritta nella Bibbia, ma finora non ancora testimoniata da ritrovamenti archeologici. Secondo quanto scrive la Reuters, che riporta la versione delle autorità di Israele, il sigillo – simile a una piccola moneta – ha una scritta in ebraico antico che recita: “Appartenente al governatore della città”, ossia la più alta carica locale dell’epoca. La “moneta” raffigura due uomini in piedi che indossano abiti a righe fino alle ginocchia e che si fronteggiano “a specchio”. Probabilmente faceva parte di una spedizione o venne inviata come souvenir a nome dello stesso governatore.
L’annuncio della scoperta – definita dalle stesse autorità “unica e significativa” – arriva a poche settimane dal riconoscimento da parte di Donald Trump di Gerusalemme quale capitale di Israele: una decisione che ha fatto esplodere l’ira dei palestinesi e suscitato le reazioni contrariate della comunità internazionale. Nella Bibbia i governatori della città di Gerusalemme vengono menzionati due volte (in uno dei libri dei Re e nel secondo delle Cronache) e “questo reperto – conclude l’archeologa Shlomit Weksler-Bdolah – supporta proprio l’esistenza di un governatore in città 2.700 anni fa”.
Fonte: www.lescienze.it, 3 gen 2018