La Genova neolitica abitata dai progenitori dell’età del rame, si rivela per la prima volta a pochi metri sotto il manto stradale, sotto il traffico di Brignole. Là dove finisce via Serra, dove c’è un cantiere della metropolitana, ecco il segno nitido di un muro risalente a circa tre-quattromila anni avanti Cristo. La città antica non era mai stata esplorata oltre l’800 avanti Cristo e il sito emerso sulla collina di Santa Maria alle Grazie in Passione, nel quartiere che fu degli Embriaci, era finora il più arretrato nel tempo.
Per gli archeologi genovesi è una conquista molto importante, si comincia a sfogliare il libro della preistoria e per la prima volta. Quindi è forte la soddisfazione e l’emozione fra gli scienziati, Piera Melli responsabile dell’Unità Territoriale per la Soprintendenza archeologica, Angiolo Del Lucchese autorevole esperto di preistoria, che ieri hanno incontrato gli ingegneri dell’Ansaldo e del Comune per stabilire una scaletta di interventi.
Dal momento che si prospettano settimane di scavi per andare oltre quella coltre di pietre e capire che cosa il sottosuolo rimanda di quell’epoca lontanissima, che cosa si può ricostruire di quel brano di prestoria, l’ingegner Renzo Vaccaro, responsabile per il Comune dei cantieri della metropolitana, comprendendo l’importanza del sito osserva, annuncia un cambio di rotta: «Avremmo iniziato a scavare da qui le gallerie di linea ma aggireremo l’ostacolo: ossia lo scavo inizierà da Brignole, dove doveva concludersi e per ora non costruiamo la stazione».
Il punto dove è avvenuto il ritrovamento è destinato a diventare una camera di ventilazione. Ma è meglio fare un passo indietro per capire come si è arrivati a questo straordinario ritrovamento.
Dopo aver recuperato le tracce di un complesso conventuale gli archeologici hanno cominciato a scendere in profondità, quindi hanno incontrato materiale dell’epoca romana ed infine si sono imbattuti in questi frammenti di ceramiche che sono state datati, indicativamente, attorno al 3-4 mila a.C.
Un sorpresa. Angiolo Del Lucchese sostiene che non è straordinario il fatto che in quell’epoca il territorio fosse abitato e da una civiltà già quasi matura, ma è straordinario il ritrovamento così antico in un sottosuolo così manomesso ed alterato come quello di Genova. Infatti non era mai accaduto.
Circa 15 anni fa un sondaggio scese in profondità in piazza della Vittoria individuando tracce di un villaggio neolitico probabilmente sommerso dalle acque, poi sul monte Fasce sono state trovate punte di frecce, di selci, materiale preistorico.
Oggi il primo approfondimento dell’area davanti all’Hotel Astoria mostra già un vistoso tratto di muro, a secco, con pietre anche sbozzate, lavorate e non ammassate l’una sull’altra, rozzamente. Una specie di costruzione, forse una piattaforma, un terrazzamento, forse per sostenere un villaggio di palafitte. Per ora ipotesi.
Melli e Del Lucchese sostengono che questa era zona molto fertile ai piedi della collina e con il Bisagno nei pressi. E forse proprio per evitare di rimanere vittime dell’esondazione del fiume, per evitare il contatto delle abitazioni con un terreno che si presume limaccioso, ecco l’idea di questa sorta di piattaforma.
Erano agricoltori. Anche se in quell’epoca, e successivamente in quella romana, avevano bisogno di ampi spazi per far fruttificare la terra, qui comunque avevano la garanzia del fiume vicino. Il mare invece era lontano ed era, in epoca neolitica, almeno di 70-80 metri al di sotto del livello attuale. Dagli scavi ci si aspetta ulteriori tracce di vita preistorica. Oltre la ceramica e le ossa di animali.
Fonte: Il Secolo XIX 15/09/2007
Autore: Donata Bonometti
Cronologia: Preistoria