Un museo archeologico permanente nella metropolitana di Genova: si chiama “ArcheoMetro”, il progetto promosso da Comune di Genova, Sovrintendenza per i Beni archeologici della Liguria e Ansaldo Trasporti.
In occasione delle giornate Europee del Patrimonio, sabato 24 settembre alle ore 11, è stata ufficialmente inaugurata a Genova “ArcheoMetro”, una prima esposizione di pannelli illustrativi della metropolitana nella Stazione Darsena, curata dal Comune di Genova e dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Liguria con Ansaldo Trasporti.
Durante la realizzazione della tratta della metropolitana compresa tra Principe e Caricamento, area che segue l’arco del Porto storico e antico, sono state scavate svariate gallerie di linea a una quota di circa sedici metri sotto il livello del mare.
Le stazioni sono tra loro simili nella tipologia del corpo stazione (mezzanino e piano banchina) ma si modificano per adattarsi alle differenti necessità imposte dal tessuto urbano sovrastante. Il porto di Genova ha subito così numerose modifiche nel tempo. Sono stati fatti dei riempimenti e, negli anni, per costruire banchine da costole-navi, si è modificato l’assetto e sono stati ricoperti i moli storici.
Scavando in profondità, soprattutto in corrispondenza delle stazioni, sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici, ricavati in sottosuolo, nel cuore del tessuto storico del Porto antico Come spiega l’ing. R. Vaccaro, responsabile del settore Infrastrutture del Trasporto Pubblico del Comune di Genova, verranno realizzati 21 pannelli illustrativi situati a livello del mezzanino e sarà predisposto un plastico in una teca di cristallo che raffigura i luoghi dei ritrovamenti avvenuti nell’ambito del contesto degli scavi della metropolitana, ma anche di quelli fatti per la bonifica e la realizzazione di insediamenti.
I pannelli sono dedicati alla nascita del porto e alle sue trasformazioni, dall’approdo naturale alla sistemazione cinquecentesca, periodo del suo massimo fulgore, descritti in sequenza topografica, con particolare attenzione all’area della Darsena e dell’Arsenale.
Altri pannelli sono dedicati alle grandi strutture che attraversano l’area del porto (Mura a mare, Terrazze di Marmo), documentate anche dalle indagini archeologiche e dalle tecniche costruttive e i sistemi di manutenzione.
Tra i progetti futuri degli organizzatori della mostra quello di estendere a tutte le stazioni “ArcheoMetro”. Il semplice biglietto Amt sarà la chiave d’accesso alle viscere della storia: perché il “museo” è studiato appositamente per i tempi frenetici dei viaggiatori della metropolitana, con pannelli grandi, formato manifesto, rapide didascalie e giganti fotografie di reperti, scavi, squarci sul patrimonio archeologico affiorato.
D. Architetto Pittarello, l’inaugurazione del percorso archeologico della Metropolitana è un progetto ambizioso e di grande prestigio per la città, cosa può significare per Genova?
R. Genova si distinguerà, con l’apertura della Stazione, come città che ha una Metropolitana che parla della sua storia. Una caratteristica piuttosto interessante perché sarà un sistema di stazioni, tre realizzate su aspetti archeologici e le altre realizzate su aspetti museali, comunque di interesse culturale architettonico cittadino con una caratteristica di particolare rilievo. Vorrei sottolineare che se si vuole proporre al grande pubblico, che passa attraverso una stazione di metropolitana, quindi un vastissimo pubblico a cui si vogliono dare informazioni rapide di conoscenza fatte di immagini, di disegni ed anche reperti ed un modello a grande scala, non si potrebbero vedere, secondo me, che sul luogo dove stavano e, fatto importante, è, che parte di questi reperti sono ancora in sito come stratigrafie o come pezzi o porzioni di moli o di banchine per cui si vedono dove stavano i beni.
D. Architetto Pittarello non pensa che i visitatori di passaggio in una stazione potrebbero prestare poca attenzione ai reperti, come li ha chiamati lei, di interesse culturale architettonico cittadino?
R. Certamente il viaggiatore è affrettato ed è per questo che noi abbiamo programmato un lavoro con il Comune di Genova per porre le stazioni solo all’interno del circuito museale. Ci sarà una promozione di questa opportunità e quindi il materiale che viene esposto è materiale attrattivo e noi siamo convinti che sarà un sistema buono e vincente per raggiungere il pubblico. Nelle viscere del Porto Antico si parlerà in tre stazioni diverse delle viscere del porto antico, mi pare una forma di grande interresse e innovativa, voglio dire che questi dati sono stati sì reperiti attraverso scavi archeologici fatti per le tre stazioni ma sintetizzano anche gli scavi stratigrafici che la soprintendenza archeologica della Liguria, che è avanzatissima in materia di archeologia urbana, ha fatto in molteplici occasioni anche per grandissimi eventi come le Colombiane del 92. Sono circa 20.000 i metri quadri scavati con scavo stratigrafico. Posso dire che nelle tre stazioni del Porto Antico si potranno vedere i risultati di tutto questo lavoro.
D. Dott.ssa Melli com’è nata l’idea di ArcheoMetro?
R. Lo spunto per la realizzazione di ArcheoMetro è scaturito dalla riflessione che accanto alle pubblicazioni scientifiche e alle mostre tematiche, fosse necessario sperimentare nuove e più immediate forme di comunicazione per informare e tenere aggiornati i cittadini sulle scoperte archeologiche avvenute in città e soprattutto sul loro significato in relazione alla storia di Genova. Le tre stazioni coinvolte nel progetto ArcheoMetro sono state realizzate scavando in sottosuolo nel tessuto del porto antico della città, la cui attività è documentabile dal VII secolo a.C. Le scelte progettuali hanno comportato il sacrificio di molte strutture antiche ed è giusto che lo sforzo di documentazione intrapreso in quell’occasione sia messo a frutto e condiviso con i cittadini, che hanno vissuto e spesso subito l’aspetto negativo dei grandi cantieri urbani.
D. Come si collega questo allestimento con gli altri resti archeologici della città?
R. Nel progetto ArcheoMetro è previsto l’allestimento di altre due stazioni della Metropolitana e di una rete di altri punti dove sono visibili resti di strutture del Porto medievale, grazie alla collaborazione di vari soggetti privati e pubblici. In altre parti della città, che come tutti i centri con un grande passato ha inglobato e nascosto, ma spesso non distrutto, le tracce materiali dell’assetto urbanistico più antico, sono conservati resti murari che saranno collegati in un circuito di visita, al quale stiamo lavorando, con attenzione agli esempi europei e con l’appoggio dell’Amministrazione comunale, per creare una sorta di “Museo diffuso”, che farà capo al Laboratorio di Archeologia Urbana, dove sarà conservata e disponibile alla consultazione tutta la documentazione raccolta in più di cinquanta anni di ricerche e scavi.
Fonte: CulturalWeb 23/09/05
Autore: Maria Rosaria Febbrario e Maurizio Cerulli