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Gennaro D’Orio. La Memoria restituita, in mostra nel Museo dell’Antica Capua.

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Vince ancora la Legalità, si afferma ancora lo Stato di Diritto, ancora un successo encomiabile delle sue Istituzioni museali e socio-culturali.
La “Memoria restituita” alla comunità nazionale nelle sue espressioni più alte e significative, grazie soprattutto all’impegno davvero straordinario dell’Arma dei Carabinieri – Tutela Patrimonio Culturale, sempre in prima linea nel contrastare i saccheggi perpetrati dai cosiddetti tombaroli e delinquenti vari, legati per lo più alla regia criminale dell’archeomafia & co., e dediti a scavi clandestini, furti di “scrigni” del passato e di opere d’arte, spesso “pezzi” unici, da piazzare poi al mercato nero e a musei compiacenti specie all’estero: un giro di malaffari ed uno sporco business a diverse cifre, che si commentano da sé.
capuaUn patrimonio culturale inestimabile, tutto questo, da preservare anche dalla conseguente speculazione dei ricettatori. I militari del Nucleo speciale Tpc della Benemerita, a seguito di tutta una serie di indagini, pazienti e meticolose, coadiuvati nella fase esecutiva dagli uomini dell’Arma territoriale, sono riusciti alla fine a conseguire la classica quadratura del cerchio, puntando così il riflettore su ben duemila “tesori” testimoniali, di cui oltre 1500 monete e circa 500 meravigliosi reperti archeologici, recuperati e quindi posti sotto chiave.
Venerdì appena scorso, alle 15.30, nel Museo archeologico dell’Antica Capua, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è stato presentato ed inaugurato appunto l’importante evento: “La memoria restituita. Mostra di reperti sequestrati”, organizzato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, in collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, e la Direzione regionale Musei Nazionali Campania.
I reperti esposti in questa mostra temporanea, aperta al pubblico dal 15 novembre 2024 al 15 gennaio 2025, sono il frutto di una vasta, complessa attività investigativa, denominata Antica Cales, coordinata dalla Procura sammaritana e culminata, come detto, nel sequestro di migliaia di reperti archeologici provenienti, prevalentemente, da scavi clandestini effettuati nel territorio della provincia di Caserta, nonché in parte anche da quelle di Benevento e Salerno.
Rilevante, è il quantitativo di monete archeologiche trovate in Svizzera, in occasione di una perquisizione effettuata a seguito di rogatoria internazionale con la collaborazione della Procura Cantonale di Zurigo, presso la sede di una nota casa d’aste, e databili tra il VI secolo a.C. e l’VIII secolo d.C., nonché di pregiato vasellame archeologico, beni culturali ritenuti dagli esperti della Soprintendenza autentici e di assoluto pregio e rarità.
L’articolata attività inquirente è stata resa possibile, altresì, grazie alla fattiva collaborazione delle Autorità Giudiziarie del Belgio e dell’Olanda, interessate mediante il Member Desk per l’Italia, dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust).
capuaL’esposizione dei reperti, quasi tutti provenienti dal territorio casertano, rappresenta la restituzione alla collettività per la pubblica fruibilità di un patrimonio archeologico già purtroppo barbaramente depauperato nel tempo per fini di lucro. L’importanza dei reperti recuperati ed i rilevanti risultati scaturiti dall’attività d’indagine testimoniano quanto il fenomeno del traffico illecito dei beni culturali provenienti da scavi clandestini sia tuttora attuale nell’area in questione e quanto sia efficace il contrasto realizzato attraverso l’azione sinergica degli Organi statali di tutela.
<<Il nostro obiettivo primario è la restituzione della memoria collettiva alla comunità, cercando di sensibilizzare gli istituti scolastici del territorio con iniziative volte alla conoscenza dello straordinario patrimonio archeologico e ad una consapevole riappropriazione della memoria. Ringrazio tutte le Istituzioni ed i colleghi che hanno reso possibile questo straordinario momento di confronto e condivisione>>, ha dichiarato il direttore de Museo archeologico nazionale dell’antica Capua, dell’Anfiteatro e del Mitreo, dottoressa Antonella Tomeo.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

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