I reperti storici e archeologici apparsi negli ultimi anni negli scavi del castello potrebbero diventare parte integrante del patrimonio dei musei di via Bini.
L’associazione “Valentino Ostermann”, che raduna una ventina di studiosi e appassionati di archeologia e storia, si sta già dando da fare in quel senso: con la collaborazione della Soprintendenza di Udine ha iniziato a visionare i reperti e ad analizzarli nella prospettiva di presentarli in una mostra, forse entro al fine dell’anno.
«Si tratta di tre casse di materiali – spiega il presidente dell’associazione, Marco Patat – che comprendono frammenti di ceramiche e di affreschi, monete, chiodi, qualche palla da fucile e cannone e anche il sigillo di un nobile».
Sono i reperti venuti alla luce nella campagna di scavi archeologici 2004-2006, frammenti di storia del castello che altrimenti rischierebbero, visto il poco personale disponibile, di restare fermi nei magazzini della Soprintendenza, e che invece, con l’impegno dell’associazione Ostermann, potranno probabilmente diventare patrimonio di tutti i gemonesi: “Sono importanti – spiega ancora Patat – per l’inquadramento storico. Per quanto ci riguarda, il nostro lavoro è iniziato da poco: per il momento li abbiamo visionati, fotografati, schedati, e abbiamo segnalato i pezzi più interessanti. Nel caso delle ceramiche abbiamo anche cercato di ricostruire alcuni pezzi. Poi dovranno comunque essere restaurati. Ma questo è solo il lavoro più semplice: per riuscire a metterli in mostra ora inizia il lavoro più difficile perché c’è bisogno di fare delle ricerche particolari per capire di che reperti si trattava, la loro epoca e le funzioni che avevano nel passato. Per fortuna, all’interno dell’associazione ci sono persone preparate: ciò faciliterà il lavoro, anche se dobbiamo ricordare che i permessi per esporli dipendono sempre dalla Soprintendenza con la quale abbiamo avviato un’ottima collaborazione».
L’associazione Ostermann confida di realizzare una mostra entro l’anno, ma anche se ci sarà la volontà da parte dell’amministrazione comunale, di far diventare tutti quei reperti parte integrante del patrimonio dei musei di palazzo Elti.
Fonte: Il Gazzettino on-line 22/02/2007